lunedì 22 ottobre 2012

Tutti i santi giorni










TUTTI I SANTI GIORNI

                                          recensione

Paolo Virzì è… sempre Paolo Virzì: un regista che sa entrare nelle quotidianità per mezzo della semplice verità della cinepresa.  E in questo film, interessante e divertente, si dimostra ancora narratore brillante, soprattutto nello svolgimento del nucleo principale e cioè la storia d’amore tra Guido e Antonia. Oltre a ciò ha il merito di aver messo la sua opera in mano a protagonisti non famosi, tranne che per Benedetta Barzini, la mamma di Guido e Frank Crudele il papà di Antonia in piccolissimi ruoli.

La trama: Guido (Luca Marinelli) è un giovane di raffinata cultura classica, esperto in agiografia protocristiana, che si esprime con  linguaggio letterario , in ammirevole toscano. Lavora come portiere di notte e ogni mattina di “tutti i santi giorni” torna nel suo appartamentino nella periferia di Roma (Acilia) dove prepara la colazione per Antonia (Federica Victoria Caiozzo), la sua sfrontata, deliziosa e  felicemente ignorante convivente punk (osservare il suo taglio di capelli).  Il rito del risveglio è uguale” tutti i santi giorni” : ingresso in camera con la citazione del santo del giorno, colazione insieme e infine… si fa l’amore con entusiasmo. Poi Antonia, detta Thony, corre al lavoro presso una Concessionaria . La sera spesso Thony si esibisce in locali beceri, cantando bellissime, nostalgiche canzoni in inglese che lei stessa compone, accompagnandosi con la chitarra.

Questo amore che Virzì vede nei suoi momenti più intimi e semplici, attraversa , però, una profonda crisi quando Antonia si rende conto di desiderare un figlio e di non riuscire ad averlo. Iniziano allora le corse e le visite mediche, dal professore di fama mondiale (splendida la battuta sul ginecologo del papa) fino ai santoni, dalle cure ormonali alla inseminazione artificiale. Speranze e  delusioni alla fine incidono soprattutto su Antonia.


Notevole  la bravura di Marinelli, che sa esprimere con lo sguardo e la voce  tutta la gentilezza di un animo innamorato e sensibile, mentre difende la sua donna e si batte per lei contro tutto e tutti.   E c’è la dolcissima battuta, che cito all’incirca, di Thony  “quella scema sono io. Tu devi essere quello coi piedi per terra, perché sennò è un casino”  Il finale non lo sveliamo come al solito.   Diciamo invece che il film è tratto dal libro” La generazione “di Simone Lenzi, che le canzoni che Antonia canta, sono proprio le sue (si firma Thony), che Luca Marinelli è un talento che certamente farà molta strada.

 Il regista fotografa una Roma molto calda, ma non scontata e mai da cartolina: è la Roma delle megaperiferie, della Stazione dell’Alta Velocità Tiburtina con gli autobus che passano, delle villette  ognuna col suo microscopico giardino, dove si può  guardare  dentro la casa dell’altro… Forse i meno riusciti sono i personaggi di contorno, ridotti troppo a macchiette… ad esempio i giovani che disturbano la voce di Thony con le loro urla.  

Felice è, però, l’inserimento di Claudio Pallitto,  interprete del reality Tamarreide, che, tutto sommato interpreta se stesso, il tamarro violento e vigliacco. Della colonna sonora con le delicate canzoni di Thony si è detto, vale la pena di sottolineare l’apertura con la Pastorale di Beethoven.     

 Insomma continua la ricerca di Virzì nell’arcipelago dei sentimenti quotidiani, che già nella” Prima cosa bella” si era espressa con struggente dolcezza.

Questo film è una  commedia italiana di qualità….bisognerebbe ce ne fossero molte altre per risollevare il nostro malridotto cinema.            Paola


1 commento:

  1. I commenti di Paola sono sempre così gradevoli che vorrei andasse al cinema Tutti i Santi Giorni...

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