THE BOURNE LEGACY
Recensione
Bisogna che lo ammetta…solo dopo l’inizio del film ci siamo rese conto che era il sequel di un altro.
Tutti quei richiami a un certo Jason Bourne che non si vede mai e al progetto Outcome, hanno creato qualche problema, ma poi abbiamo parlottato tra noi e anche perché, modestamente , siamo intelligenti… abbiamo gustato un buon film d’azione che si apre con uno splendido paesaggio dell’Alaska, cime e precipizi carichi di neve, fiumi gelati, lupi affamati e un uomo che emerge dalle acque gelide …
A causa di quanto sopra, forse, il mio racconto sembrerà scombinato, ma speriamo non troppo.
Il film è tratto dai libri- saga di Robert Ludlum e in questo The Bourne Legacy 2012 (dopo Bourne identity, Bourne supremacy, Bourne ultimatum)… protagonista non è più Jason Bourne ( Matt Damon), ma Aaron Cross ( Jeremy Renner) uno dei pochissimi sopravvissuti alla chiusura del programma Outcome, con il quale la National Research Assay Group (una mega organizzazione che vende programmi alla CIA e non solo) ha generato dei super agenti, altamente selezionati, con prestazioni fisiche eccezionali e condizionati nelle scelte dalla somministrazione di farmaci illegali. Oltre a ciò essi sono privati del tutto del loro passato.
Ora l’Orgnizzazione, ormai scoperta e temendo gravi ripercussioni, vuole eliminare ogni prova e ogni uomo.
In questa prima parte l’azione si muove con lentezza, sottolineata dall’uso della telecamera quasi stabile, che ha consentito primi piani dei volti molto ravvicinati con piani tagliati e occhi in primissimo piano.
Nella seconda parte tutto cambia perché Aaron che, a differenza degli altri, non ha dimenticato completamente il suo passato, non vuole essere “terminato”. Inizia, perciò, a combattere con tutte le sue energie, usando anche i farmaci che gli rimangono, per rimanere vivo .
Si trova contro lo schieramento di umani non umani (politici soprattutto) tra cui spicca Eric Byer (un bravissimo, gelido Edward Norton) ed inizia uno strano vagabondaggio in ogni angolo del pianeta.
Luoghi splendidi sono fotografati in modo affascinante soprattutto nelle immagini notturne.
Durante le sue fughe Aaron ritrova la dottoressa Marta Shearing ( una intensa e sempre bella Rachel Weisz.. la ricordiamo in Agorà??) che per qualche anno lo ha seguito e studiato. Marta è l’unica sopravvissuta ad un massacro compiuto in laboratorio da un medico suo collega impazzito.. e, poiché non riesce ad affrontare quei terribili ricordi, è stata decisa anche la sua eliminazione.
Aaron riesce a portarla in salvo e qui inizia la parte più movimentata alla quale Marta prende parte attiva, riuscendo a non apparire come la solita pupattola tutta strilletti, capelli e gambe al vento.
Tralasciamo di parlare delle varie fughe dai tetti, tra macchine e killer, si può solo ricordare l’inseguimento in moto, di una lunghezza esasperata certamente più di 10 minuti…
Il tutto girato con la telecamera a spalla che riporta ai vecchi film spionistici privi di effetti speciali , ma sempre molto efficaci e veloci.
Il film si conclude romanticamente con i due sopravvissuti (che hanno recuperato la solita bella cifretta in grado di assicurare un più che decente futuro) su una giunca trasportati dal mare…Per tutto il film, comunque, tra i due non c’è stato nemmeno un casto bacetto…segno che uno spettacolo può reggere bene anche senza avviticchiamenti e letti disfatti.
Che dire??? la trama, abbiamo detto, è abbastanza scontata…le spie buone , le spie cattive, il lieto fine…si deve, però, sottolineare lo sforzo del regista Tony Gilroy( già sceneggiatore delle precedenti edizioni) di confezionare un prodotto in cui si intravede una interessante ricerca dell’identità perduta, sorretto dalla presenza di un buon Renner e particolarmente dalla Weisz, realmente bene inserita e dotata di una forte personalità.
In attesa del prossimo sequel (il numero 5) ci siamo ripromesse di cercare gli altri tre film.. anche per vedere Matt Demon che interpreta Jason Bourne !!!!!!!
Paola
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