martedì 24 febbraio 2015

Etty Hillesum


Etty Hillesum non ha avuto in Italia la stessa popolarità della sua connazionale Anna Frank e del suo diario, forse perchè i suoi "quaderni"sono stati pubblicati solo nel 1981; io l'ho conosciuta per caso e per quel che ho saputo di lei, penso meriti di essere ricordata.







Nata nel 1914 in Olanda da una famiglia della borghesia intellettuale ebraica, Etty Hillesum muore ad Auschwitz nel novembre del 1943.
Ragazza brillante, con la passione della letteratura e della filosofia, quando intraprende lo studio della psicologia, divampa la seconda guerra mondiale e con essa la persecuzione del popolo ebraico.

Durante gli ultimi due anni della sua vita scrive un diario personale, 11 quaderni fittamente ricoperti da una scrittura minuta e quasi indecifrabile, che abbracciano tutto il 1941 e il 1942.
L'incontro con uno psicologo ebreo tedesco, Spier, è fondamentale nel percorso di realizzazione umana e spirituale di questa giovane donna. Seguendo un proprio itinerario, Etty matura una sensibilità religiosa che va al di là di uno specifico credo e da' ai suoi scritti una grande dimensione spirituale.

La parola "Dio"compare già nelle prime pagine del suo diario, usata però quasi inconsapevolmente, come spesso accade nel linguaggio quotidiano. A poco a poco però Etty va verso un dialogo molto più intenso con il divino, che percepisce intimo a se stessa: "Quella parte di me, la più ricca e profonda in cui riposo,è ciò che io chiamo Dio."

Nel 1942, pur avendone l'opportunità, decide di non sottrarsi al destino del suo popolo e nella prima grande retata ad Amsterdam si avvia al campo di sterminio con gli altri ebrei prigionieri: è infatti convinta che l'unico modo per rendere giustizia alla vita sia quello di non abbandonare delle persone in pericolo e di usare la propria forza interiore per portare luce nella vita altrui.




Al momento della sua partenza definitiva per il campo di sterminio Etty, che presagisce la fine, chiede ad un'amica olandese di nascondere i suoi quaderni e di farli avere ad uno scrittore di sua conoscenza, a guerra finita.
I manoscritti, così difficili da decifrare per via della grafia, passano per anni da un editore all'altro senza che nessuno ne intuisca l'importanza, fintanto che nel 1981 capitano nelle mani dell'editore De Haan, che pubblicandoli porta alla luce la storia di Etty Hillesum. 
I lettori di tutto il mondo potranno cosi conoscere la ricchezza  di un'esperienza interiore che sa lodare la vita anche di fronte alla sofferenza estrema.  

Se la tecnica nazista consisteva soprattutto nel provocare l'annientamento fisico e psichico delle sue vittime, su Etty ebbe esattamente il risultato contrario. Più si avvicinava la fine e più la sua voce si faceva limpida e sicura. Pur nel pieno dell'orrore Etty respinge ogni atomo di odio, che renderebbe il mondo ancor più inospitale, grazie alla sua invincibile disposizione ad amare.
Sul diario aveva annotato : "temprato": distinguerlo da "indurito"




 Voglio essere un cuore pensante







Dobbiamo avere il coraggio di abbandonare tutto, ogni norma e appiglio convenzionale, dobbiamo osare il gran salto nel cosmo, e allora, allora sì che la vita diventa infinitamente ricca e abbondante, anche nei suoi più profondi dolori.





 E se vogliamo perdonare agli altri, dobbiamo prima perdonare a noi stessi i nostri difetti



Non credo più che si possa migliorare qualcosa nel mondo esterno senza aver prima fatto la nostra parte dentro di noi.



Ognuno di noi deve raccogliersi e distruggere in se stesso ciò per cui ritiene di dover distruggere gli altri.


Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso - se ogni uomo si sarà liberato dall'odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrrà superato quest'odio e l'avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore, se non è chiedere troppo.





1 commento:

  1. Questa giovane donna è riuscita a comprendere cose a cui noi a volte non arriviamo nemmeno campando cent'anni

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