venerdì 27 settembre 2019

Thule

Thule (o anche, in italiano, Tule) è un'isola divenuta leggendaria, che compare citata per la prima volta nei diari di viaggio dell'esploratore e geografo greco Pitea (Pytheas 380-310 a.C. circa), salpato dalla colonia greco-occidentale di Massalia  ( l'odierna Marsiglia) verso il 330 a.C. per un'esplorazione dell'Atlantico del Nord. Nei suoi resoconti si parla di Thule come di una terra di fuoco e ghiaccio nella quale il sole non tramonta mai, a circa sei giorni di navigazione in direzione nord dall'attuale Gran Bretagna.


Originario della colonia greca di Massalia, compì un viaggio di esplorazione dell'Europa settentrionale, oltre le colonne d'Ercole, intorno al 325 a.C.Viaggiò lungo una considerevole parte della Gran Bretagna, circumnavigandola tra il 330 e il 320 a.C.: Pitea è, di fatto, il primo ad aver descritto il sole di mezzanotte, l'aurora polare e i ghiacci polari e fu anche tra i primi abitanti del Medoterraneo a esplorare le isole britanniche, che designò Πρεταννικαὶ Νῆσοι (Pretannikái Nésoi), nome dal quale deriva l'attuale.

 I suoi testi furono una fonte centrale di informazioni per i periodi successivi.



Pitea descrisse i suoi viaggi in un periplo (parola greca che significa circumnavigazione e che per traslato indica la narrazione di una circumnavigazione) intitolato Sull'Oceano (Περὶ τοῦ Ὠκεανοῦ), di cui sono sopravvissuti solamente alcuni frammenti citati o parafrasati da autori successivi. Alcuni di loro, come Polibio e Strabone, accusarono Pitea di aver documentato un viaggio immaginario che non aveva mai  avuto luogo, ritenendo la sua storia comunque plausibile.
Ad oggi, comunque, è abbastanza certo che il viaggio aveva avuto realmente luogo, dato che le osservazioni del navigatore sono riscontrabili nella realtà.





Dopo aver esplorato la Britannia , Pitea visitò un'isola distante sei giorni di navigazione dal nord della Gran Bretagna, chiamata Thule. Siccome il mare risultava ghiacciato, fatto ignoto fino allora, Pitea lo descrisse come "Il mare di gelatina". Si ritiene che Thule possa essere riferibile all'Islanda o a zone costiere della Norvegia, le Isole Shetland o le Isole faerOer. Pitea afferma che Thule era un paese agricolo che produceva miele. I suoi abitanti mangiavano frutti e bevevano latte, e fabbricavano una bevanda fatta di grano e miele, in quanto, a differenza delle popolazioni dell'Europa meridionale, possedevano granai all'interno dei quali effettuavano la trebbiatura dei cereali. Sosteneva, inoltre, che gli fu mostrato il luogo dove il Sole andasse a dormire e annotò che a Thule la notte durava solamente due o tre ore. 




Il viaggio di Pitea è poi proseguito fino alla Groenlandia e, a est, sulle rive del mar Baltico. Ma quello dei suoi racconti che è entrato nella leggenda è proprio l'isola di Thule.

I

Il fascino del racconto di Pitea aveva suggerito, già nel II secolo a.C., l'inserimento dell'isola nel quadro di narrazioni fantasiose, come avviene nel romanzo Le incredibili meraviglie al di là di Tule di Antonio Diogene.
Nella Geografiadi Claudio Tolomeo, Thule è tuttavia un'isola concreta, della quale si forniscono le coordinate (latitudine e longitudine), riferite alle estremità settentrionale, meridionale, occidentale e orientale, seppur in modo troppo approssimativo perché si possa darne un'identificazione certa.

L'identificazione della Thule di Pitea e di Tolomeo (non necessariamente coincidenti) è sempre stata problematica e ha dato luogo a diverse ipotesi, anche per la generale inaccuratezza delle coordinate assegnate da Tolomeo a luoghi lontani dall'Impero romano.

Vari autori hanno ipotizzato l'identificazione di Thule con luoghi disparati ma tre sono le teorie più accreditate:
Pitea avrebbe dato il nome di Thule a un tratto della costa norvegese.
Thule si identificherebbe con la Groenlandia.
Thule sarebbe l'Islanda.

C'è anche una teoria proposta da Lennart Meri, secondo cui è possibile che Thule sia l'isola di Saaremaa, in Estonia, mentre il nome di "Thule" avrebbe potuto essere collegato al termine finnico tule ("(di) fuoco"), al folklore locale e alla mitologia finlandese, che raffiguravano la nascita del lago dei crateri di Kaali. Kaali era considerato il luogo in cui "il sole andava a riposare."



Nel corso della tarda antichità e nel medioevo il ricordo della lontana Thule ha generato un resistente mito: quello dell'ultima Thule, come fu per la prima volta definita dal poeta latino Virgilio nel senso di estrema, cioè ultima terra conoscibile, e il cui significato nel corso dei secoli trasla fino a indicare tutte le terre "al di là del mondo conosciuto" , come indica l'origine etrusca della parola "tular", confine.
 Il mito, che possiede molte analogie con altri miti, ad esempio con quello dello Shangri-Là himalaiano, ha affascinato anche in epoca moderna.

Esso è stato anche alla base della formazione di gruppi occulti come quello tedesco della Società Thule (Thule Gesellschaft), fondata il 18 agosto 1918, e che identificava in Thule l'origine della saggezza della razza ariana, popolata da giganti con i capelli biondi, gli occhi azzurri e la pelle chiara, che un tempo dominavano il mondo, potere successivamente perso per aver consumato relazioni sessuali con membri di altre razze, inferiori, subumane e in parte animali.




Secondo l'interpretazione dei membri della Thule Gesellschaft e di altri esponenti della ariosofia, il mito tratta di una terra abitata da una razza umana "superiore", identificata sovente con il popolo degli Iperborei, organizzata in una società pressoché perfetta, si possono facilmente ritrovare alcune delle basi del concetto – accolto e divulgato dal nazismo – di razza ariana, ovvero superiore a qualsiasi altra e dunque inevitabilmente dominante sul mondo.
(Wikipedia)

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