Baiadera.
Tessuto stampato a fasce multicolori parallele e in contrasto tra loro.
Indica anche un vestito tipico delle danzatrici indiane, che dai fianchi scende fino a terra, con gonne aperte davanti e ampi pantaloni drappeggiati e fermati alle caviglie.
Le righe colorate hanno una lunga storia… (https://polkadotpattern.wordpress.com/2012/03/21/baiadera/ e
http://www.shbang.it/shbangblog/articolo/14/vestito-a-righe-la-storia.html)
I primi tessuti a righe coloratissime appartengono alla più antica tradizione africana e le pitture con cui venivano realizzati si chiamavano Ndebele.
Le ritroviamo poi negli abiti delle ballerine di danze folcloristiche portoghesi, le Baiadera: perciò sono definite ancora oggi righe baiadera.
Anche se non ancora colorate in modo così vivace, già nel ’23 Vionnet disegna un abito a pieghe orizzontali che creano come delle righe e si sfumano in toni di colori tenui in degradè.
Nel 1936 sarà Ida Lupino, attrice e sceneggiatrice, che indosserà la prima maglia a righe orizzontali e coloratissime con shorts di maglia.
La baiadera diventa una moda e Carmen Miranda la userà in tutti i modi, sempre mischiate a fantasie e turbanti con ciliegie, banane, fiori e altro. Siamo alla fine degli anni 30.
Siamo negli anni in cui Salvatore Ferragamo disegnerà delle scarpe colorate, proprio per Carmen Miranda, e seguendo il trend baiadera farà dei sandali con la platform di camoscio a righe in rilievo di diversi colori e con la parte superiore del sandalo in oro. È il 1938.
Claire McCardell, stilista americana, lancia nel 1945 una collezione con righe multicolori verticali.
Il trionfo del baiadera sarà però negli anni ’50.
Sono gli anni dei poncho di spugna da spiaggia con righe in verticale e in ogni variante di tonalità.
Sono gli anni dei pantaloni alla pescatora, rigati in verticale con top a righe orizzontali.
Sono gli anni delle gonne a ruota rigate in ogni senso e tenute da alte cinture, ma anche gli anni dei prendisole scollati e dalle ampie gonne.
Sono gli anni dei poncho di spugna da spiaggia con righe in verticale e in ogni variante di tonalità.
Sono gli anni dei pantaloni alla pescatora, rigati in verticale con top a righe orizzontali.
Sono gli anni delle gonne a ruota rigate in ogni senso e tenute da alte cinture, ma anche gli anni dei prendisole scollati e dalle ampie gonne.
E' l'epoca delle righe definite “a sdraio”, perché riproducevano proprio il tessuto delle sdraio da spiaggia!
La moda continua negli anni ’60, ma in modo totalmente differente.
Tutto diventa più grafico e meno decorativo.
Le righe resistono, ma diventano linee che formano disegni più precisi.
Nel 1966 nell’allora famosissimo negozio Paraphernalia di New York si trovavano vestiti rigati multicolori in vinile, plastica, carta o addirittura che si illuminavano con una piccola batteria, facendo riflettere le righe in luci di ogni colore. Era l’avanguardia. La voglia di stupire e di correre verso il futuro.
Era l’anno della minigonna e di tutto quello che doveva rompere i canoni del perbenismo.
Nel 1967 un'altra boutique molto nota, Mam'sell Boutique, presenta un mini abito baiadera disegnato da una giovane designer, Littell. Nello stesso anno Dior fa debuttare le righe multicolor nell’Alta Moda, con un abito lungo a righe trasversali colorate, con una spalla scoperta.
Lo seguiranno in questa tendenza altri stilisti dell'haute couture.
Negli anni ’70 a Londra lo storico negozio Biba propone scarpe con motivi rigati e le righe sono anche la decorazione per i suoi locali, mentre tutto il movimento Hippy, con i suoi look insoliti, indossa pantaloni, poncho, gonne lunghissime, camicie e abiti a righe di mille tinte.
Anche i musicisti indossano il multicolor rigato: tra gli altri, Mick Jagger con i suoi pantaloni a righe verticali e le sue giacche estive o di velluto per i concerti.
Nel '71 a Parigi le righe sfilano ufficialmente anche sulle passerelle: si afferma la francese Sonia Rykiel che ne farà delle uno leitmotiv delle sue creazioni, ed anche Pierre Cardin le riutilizzerà più volte.
Negli anni '90 è la volta di Jean Paul Gaultier, che unisce righe e pois, di Azzedine Alaïa e soprattutto di John Galliano per Dior, che le ripropone spesso anche nell'Alta Moda.
E nel nuovo secolo, ancora oggi, le righe baiadera non sono affatto scomparse: tornano periodicamente a impazzare sulle passerelle, rivisitate e ripensate, accendendo tanti capi e ravvivando le mises più attuali.
E la storia continua....
In Italia negli anni ’60 scoppia il fenomeno Missoni.
Nel 1968 un abito di maglia, dai lembi ampi e lasciati sciolti, tutto lavorato a righe baiadera giallo, viola, rosa, turchese, verde forte e sempre tagliate da una riga nera verrà fotografato da tutti i giornali del mondo.
Il mondo Missoni è il mondo del colore e delle righe per eccellenza e diventerà uno stile unico.Negli anni ’70 a Londra lo storico negozio Biba propone scarpe con motivi rigati e le righe sono anche la decorazione per i suoi locali, mentre tutto il movimento Hippy, con i suoi look insoliti, indossa pantaloni, poncho, gonne lunghissime, camicie e abiti a righe di mille tinte.
Anche i musicisti indossano il multicolor rigato: tra gli altri, Mick Jagger con i suoi pantaloni a righe verticali e le sue giacche estive o di velluto per i concerti.
Nel '71 a Parigi le righe sfilano ufficialmente anche sulle passerelle: si afferma la francese Sonia Rykiel che ne farà delle uno leitmotiv delle sue creazioni, ed anche Pierre Cardin le riutilizzerà più volte.
Negli anni '80 sono rilanciate da Issey Miyake, che vi ricorre molto nella sua linea Plissé, ma soprattutto da Christian Lacroix, che sin dal lancio nel 1987 adotta molto le righe rendendole sempre più colorate, ispirandosi alla Camargue, al mondo dei gitani e dei toreri, e segnando un momento di svolta nella moda.
E nel nuovo secolo, ancora oggi, le righe baiadera non sono affatto scomparse: tornano periodicamente a impazzare sulle passerelle, rivisitate e ripensate, accendendo tanti capi e ravvivando le mises più attuali.
E la storia continua....
.
.
Nessun commento:
Posta un commento