Ogni grande città si fa conoscere nel mondo attraverso le immagini dei suoi monumenti storici ; a volte però sono le forme e i colori di oggetti d'uso quotidiano a rappresentarle inequivocabilmente. Londra è la prima fra queste: basti pensare alle sue cabine telefoniche (ora purtroppo in via di estinzione), alle letter boxes o ai bus a due piani, tutti rigorosamente rossi.
Londra comunque è sempre capace di stupire anche quando pensi di sapere tutto di lei...
Molte volte avrete sentito parlare del quartiere residenziale di Chelsea, dei mercatini d'antiquariato, di Trafalgar Square, dei re, delle regine, dei duchi e dei principi sepolti nell'Abbazia di Westminster...o magari siete anche già stati a visitarli...
Ritorniamoci insieme, volete? Chissà che non si possa scoprire qualcosa di nuovo...
Chelsea è un quartiere residenziale con pittoreschi edifici del Settecento e dell'Ottocento. Fin dal '500 hanno vissuto qui artisti e personaggi di rilievo e, in particolare nell'Ottocento , attratti dalla vivacità delle sue strade e dall'eleganza delle architetture, nel quartiere confluirono scrittori, musicisti, attori, ballerini, uomini politici e scienziati . Molti di loro , divenuti nel tempo famosi, vi fissarono la propria residenza, per brevi o lunghi periodi.
Nacquero così le London Blue Plaques, le targhe blu, a indicare i palazzi nei quali soggiornarono personaggi celebri.
Alla prima , posata nel 1867 per contrassegnare la casa natale di Lord Byron, ne seguirono molte altre. Tra le più famose quella al n.34 di Tite Street dove dal 1884, anno in cui si sposò, al 1895, anno in cui finì in prigione, abitò Oscar Wilde.
Il compito di ricordare il passato e i suoi protagonisti è affidato da qualche tempo a un ente (altri simili l'hanno preceduto), l'English Heritage, che ne custodisce più di 900 esemplari a Londra (altri sono sparsi un po' dovunque nel Regno Unito).
Impossibile elencarli tutti qui: oltre che a poeti, romanzieri, pittori, musicisti del passato, ci sono anche cantanti, politici, registi , che si sono distinti in epoca più recente. A volte nello stesso edificio hanno vissuto, in epoche diverse, talenti divenuti famosi nello stesso ambito artistico ma in forme completamente diverse: allo stesso numero civico in Mayfair ci sono a pochi metri di distanza l'una dall'altra le targhe blu di Jimi Hendrix e George F.Handel...
Per meritarsi una blue plaque non è necessaria la popolarità a tutti i costi. Ad esempio , chi di voi ha mai sentito parlare di Luke Howard, l'uomo che dava un nome alle nuvole ? forse nessuno, eppure questo uomo d'affari, meteorologo dilettante, scrisse nel 1821 il primo libro di meteorologia e la sua classificazione delle nuvole in cirri, cumuli, strati e nembi è ancora oggi l'unica riconosciuta.
Mi sarebbe proprio piaciuto conoscere questo signore con la testa tra le nuvole...
Se vi capita di passeggiare per le strade di Londra , cercate le targhe blu e divertitevi a scoprire i fantasmi del passato.
Un ultimo dettaglio, le targhe vengono fatte artigianalmente dal 1984 dalla famiglia Ashworth in Cornovaglia.
Se siete appassionati di mercatini e vi piace cercare l'introvabile, Londra è una miniera di tesori. Collezionisti ed esperti d'arte si alzano alle prime luci dell'alba in cerca d'affari nei mercatini che fanno della capitale inglese un vero e proprio scrigno di oggetti di valore. Bermondsey Antique Market, chiamato anche New Caledonian è uno dei più frequentati :
Ho letto che fino a qualche tempo fa Bermondsey poteva essere considerato davvero un mercato "aperto", per via di un'antica legge, in base alla quale se un oggetto veniva venduto dall'alba al tramonto, la sua provenienza non poteva poi essere messa in discussione dal punto di vista legale. Ciò naturalmente favoriva la presenza di molta merce rubata, da qui la necessità di abolire questa insolita norma.
Sulle bancarelle ci sono indubbiamente molte cianfrusaglie, ma un occhio esperto potrebbe anche portarsi a casa per pochi scellini un pezzo raro e pregiato...
Ed eccoci nel cuore pulsante di Piccadilly Circus, la piazza più famosa d'Inghilterra, ad ammirare quella che è comunemente chiamata la statua di Eros, il dio dell'amore, secondo alcuni, o di Anteros, il dio dell'amore corrisposto, come dicono altri... Ma se non vogliamo perderci nei meandri della mitologia forse è meglio ricordare l'intento per cui la proba società vittoriana la volle qui nel 1892 : commemorare il compianto conte di Shaftesbury, mecenate delle lettere e delle arti, con una statua che rappresentasse l'angelo della misericordia...
La statua fu modellata da uno scultore con un certo talento, ben introdotto nella Londra bene e nella famiglia reale, tale Alfred Gilbert, a cui piaceva paragonarsi al Cellini e al Bernini.
Peccato però che alla fine si rivelò un briccone che imbrogliava facoltosi clienti da cui si faceva dare cospicui anticipi per poi consegnare opere incomplete. Alla fine fu costretto a trasferirsi in Belgio per sfuggire ai creditori.... , brutta storia la sua , altro che amore e misericordia... Solo la sua allieva e amante Isabel McAlister, di 16 anni più giovane, aveva creduto alle sua frottole al punto da scrivere per lui una biografia elogiativa. Forse l'unica
freccia scoccata dall'angelo - la corda dell'arco è in posizione di riposo - aveva colpito proprio lei, povera ragazza.
Pensavo a questo punto del nostro tour di portarvi alla Cattedrale di Westminster per ammirare le bellissime statue che ornano i sarcofagi in cui riposano per l'eternità re,regine, principi e duchi, poeti e politici più o meno noti, ma ho cambiato idea... ci vuole qualcosa di più frivolo, allegro...e allora andiamo da Lock & Co. Hatters !
Siamo al n.6 di St.James's Street e stiamo guardando la vetrina del più antico negozio di cappelli al mondo.
L'attività fu iniziata nel 1676 da Robert Davis e portata avanti poi dal figlio Charles, che nel 1747 assunse come apprendista James Lock. Qualche tempo dopo James sposò l'unica figlia di Charles, Mary, e alla morte del suocero, ereditò l'attività che da quel momento prese il suo nome, Lock. La bottega si trova in questo edificio dal 1765.
Qui è nata la famosa "bombetta".
Si racconta che nel 1849 Edward Coke, nipote di Thomas Coke, 1° conte di Leicester, fosse insoddisfatto del copricapo che indossavano i suoi guardiacaccia, troppo flosci o troppo alti, inadatti a cavalcare nella sua tenuta nel Norfolk. Così un giorno venne direttamente qui, in S.James's Street , per incontrare il direttore della Lock & Co, un certo Thomas Bowler ,che si fece carico del problema.
Narra la leggenda che quando gli fu presentato il primo esemplare di bowler hat , Mr. Coke lo buttò a terra e ci saltò sopra a piè pari per testarne la robustezza. Superata la prova, fu concordato un prezzo di 12 scellini, senza immaginare che quel cappello sarebbe diventato un'icona nella storia dell'abbigliamento non solo in Europa ma anche oltreoceano.
Per tutto il periodo vittoriano la bombetta fu considerata il cappello da lavoro ideale per la classe operaia e quando approdò in America surclassò qualsiasi altro copricapo. Curiosa la sua diffusione in Bolivia negli anni '20. La bombetta era conosciuta perché veniva indossata dagli operai inglesi che costruivano la ferrovia nel paese, ma un giorno , da qualche parte, uscì dalle stive di una nave un carico di bombette troppo piccole per le teste degli operai; piacquero molto però alle donne boliviane che lo adottarono per il loro abbigliamento tradizionale, in uso ancora oggi.
A Londra la bombetta diventò l'uniforme dei banchieri nella City e tale rimase fino agli anni '80 del secolo scorso.
Ma torniamo alla Lock & Co. e al suo vasto campionario di cui vi offro un assaggio:
Stanchi ? Forse un po', sì. E' arrivato il momento di fare una sosta, ma non è detto che una volta riposati, non si possa tornare per le vie di Londra in cerca di altre curiosità...
Molte volte avrete sentito parlare del quartiere residenziale di Chelsea, dei mercatini d'antiquariato, di Trafalgar Square, dei re, delle regine, dei duchi e dei principi sepolti nell'Abbazia di Westminster...o magari siete anche già stati a visitarli...
Ritorniamoci insieme, volete? Chissà che non si possa scoprire qualcosa di nuovo...
Chelsea è un quartiere residenziale con pittoreschi edifici del Settecento e dell'Ottocento. Fin dal '500 hanno vissuto qui artisti e personaggi di rilievo e, in particolare nell'Ottocento , attratti dalla vivacità delle sue strade e dall'eleganza delle architetture, nel quartiere confluirono scrittori, musicisti, attori, ballerini, uomini politici e scienziati . Molti di loro , divenuti nel tempo famosi, vi fissarono la propria residenza, per brevi o lunghi periodi.
Nacquero così le London Blue Plaques, le targhe blu, a indicare i palazzi nei quali soggiornarono personaggi celebri.
Alla prima , posata nel 1867 per contrassegnare la casa natale di Lord Byron, ne seguirono molte altre. Tra le più famose quella al n.34 di Tite Street dove dal 1884, anno in cui si sposò, al 1895, anno in cui finì in prigione, abitò Oscar Wilde.
Il compito di ricordare il passato e i suoi protagonisti è affidato da qualche tempo a un ente (altri simili l'hanno preceduto), l'English Heritage, che ne custodisce più di 900 esemplari a Londra (altri sono sparsi un po' dovunque nel Regno Unito).
Impossibile elencarli tutti qui: oltre che a poeti, romanzieri, pittori, musicisti del passato, ci sono anche cantanti, politici, registi , che si sono distinti in epoca più recente. A volte nello stesso edificio hanno vissuto, in epoche diverse, talenti divenuti famosi nello stesso ambito artistico ma in forme completamente diverse: allo stesso numero civico in Mayfair ci sono a pochi metri di distanza l'una dall'altra le targhe blu di Jimi Hendrix e George F.Handel...
Per meritarsi una blue plaque non è necessaria la popolarità a tutti i costi. Ad esempio , chi di voi ha mai sentito parlare di Luke Howard, l'uomo che dava un nome alle nuvole ? forse nessuno, eppure questo uomo d'affari, meteorologo dilettante, scrisse nel 1821 il primo libro di meteorologia e la sua classificazione delle nuvole in cirri, cumuli, strati e nembi è ancora oggi l'unica riconosciuta.
Mi sarebbe proprio piaciuto conoscere questo signore con la testa tra le nuvole...
Se vi capita di passeggiare per le strade di Londra , cercate le targhe blu e divertitevi a scoprire i fantasmi del passato.
Un ultimo dettaglio, le targhe vengono fatte artigianalmente dal 1984 dalla famiglia Ashworth in Cornovaglia.
Se siete appassionati di mercatini e vi piace cercare l'introvabile, Londra è una miniera di tesori. Collezionisti ed esperti d'arte si alzano alle prime luci dell'alba in cerca d'affari nei mercatini che fanno della capitale inglese un vero e proprio scrigno di oggetti di valore. Bermondsey Antique Market, chiamato anche New Caledonian è uno dei più frequentati :
Ho letto che fino a qualche tempo fa Bermondsey poteva essere considerato davvero un mercato "aperto", per via di un'antica legge, in base alla quale se un oggetto veniva venduto dall'alba al tramonto, la sua provenienza non poteva poi essere messa in discussione dal punto di vista legale. Ciò naturalmente favoriva la presenza di molta merce rubata, da qui la necessità di abolire questa insolita norma.
Sulle bancarelle ci sono indubbiamente molte cianfrusaglie, ma un occhio esperto potrebbe anche portarsi a casa per pochi scellini un pezzo raro e pregiato...
Ed eccoci nel cuore pulsante di Piccadilly Circus, la piazza più famosa d'Inghilterra, ad ammirare quella che è comunemente chiamata la statua di Eros, il dio dell'amore, secondo alcuni, o di Anteros, il dio dell'amore corrisposto, come dicono altri... Ma se non vogliamo perderci nei meandri della mitologia forse è meglio ricordare l'intento per cui la proba società vittoriana la volle qui nel 1892 : commemorare il compianto conte di Shaftesbury, mecenate delle lettere e delle arti, con una statua che rappresentasse l'angelo della misericordia...
La statua fu modellata da uno scultore con un certo talento, ben introdotto nella Londra bene e nella famiglia reale, tale Alfred Gilbert, a cui piaceva paragonarsi al Cellini e al Bernini.
freccia scoccata dall'angelo - la corda dell'arco è in posizione di riposo - aveva colpito proprio lei, povera ragazza.
Pensavo a questo punto del nostro tour di portarvi alla Cattedrale di Westminster per ammirare le bellissime statue che ornano i sarcofagi in cui riposano per l'eternità re,regine, principi e duchi, poeti e politici più o meno noti, ma ho cambiato idea... ci vuole qualcosa di più frivolo, allegro...e allora andiamo da Lock & Co. Hatters !
Siamo al n.6 di St.James's Street e stiamo guardando la vetrina del più antico negozio di cappelli al mondo.
L'attività fu iniziata nel 1676 da Robert Davis e portata avanti poi dal figlio Charles, che nel 1747 assunse come apprendista James Lock. Qualche tempo dopo James sposò l'unica figlia di Charles, Mary, e alla morte del suocero, ereditò l'attività che da quel momento prese il suo nome, Lock. La bottega si trova in questo edificio dal 1765.
Qui è nata la famosa "bombetta".
Si racconta che nel 1849 Edward Coke, nipote di Thomas Coke, 1° conte di Leicester, fosse insoddisfatto del copricapo che indossavano i suoi guardiacaccia, troppo flosci o troppo alti, inadatti a cavalcare nella sua tenuta nel Norfolk. Così un giorno venne direttamente qui, in S.James's Street , per incontrare il direttore della Lock & Co, un certo Thomas Bowler ,che si fece carico del problema.
Narra la leggenda che quando gli fu presentato il primo esemplare di bowler hat , Mr. Coke lo buttò a terra e ci saltò sopra a piè pari per testarne la robustezza. Superata la prova, fu concordato un prezzo di 12 scellini, senza immaginare che quel cappello sarebbe diventato un'icona nella storia dell'abbigliamento non solo in Europa ma anche oltreoceano.
Per tutto il periodo vittoriano la bombetta fu considerata il cappello da lavoro ideale per la classe operaia e quando approdò in America surclassò qualsiasi altro copricapo. Curiosa la sua diffusione in Bolivia negli anni '20. La bombetta era conosciuta perché veniva indossata dagli operai inglesi che costruivano la ferrovia nel paese, ma un giorno , da qualche parte, uscì dalle stive di una nave un carico di bombette troppo piccole per le teste degli operai; piacquero molto però alle donne boliviane che lo adottarono per il loro abbigliamento tradizionale, in uso ancora oggi.
A Londra la bombetta diventò l'uniforme dei banchieri nella City e tale rimase fino agli anni '80 del secolo scorso.
Ma torniamo alla Lock & Co. e al suo vasto campionario di cui vi offro un assaggio:
Stanchi ? Forse un po', sì. E' arrivato il momento di fare una sosta, ma non è detto che una volta riposati, non si possa tornare per le vie di Londra in cerca di altre curiosità...
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