All'inizio degli anni Cinquanta dalle mie parti c'erano ancora tracce della povertà che una guerra si lascia inevitabilmente alle spalle; si trattava però quasi sempre di una povertà vissuta con dignità, senza lagne o rancori, alla quale si poteva rispondere solo con gesti altrettanto discreti.
Ricordo, ad esempio, che il venerdì, giorno di mercato nel paese in cui sono cresciuta, dai paesi vicini arrivavano uomini - a me sembravano vecchi - che anziché ostentare la loro povertà in piazza, dove tutti, anche se sconosciuti, avrebbero potuto notarla, preferivano suonare i campanelli delle case , mostrare il palmo della mano senza chiedere nulla ed accettare con un grazie qualunque cosa vi fosse posta, una moneta,del pane secco o un cartoccio con del cibo.
Allora non c'era la possibilità di esprimere la solidarietà tramite un sms, sollecitato da maratone televisive o campagne pubblicitarie, né fare bonifici on line...
C'era poi una povertà che veniva da lontano ed erano i missionari a farcela conoscere, quando tornavano a casa per una breve vacanza da luoghi sperduti nel cuore dell'Africa.
Più che raccogliere pacchi di indumenti smessi, quasi sicuramente inadatti per climi così diversi dai nostri, i missionari promuovevano la raccolta di fondi attraverso l'abbonamento a riviste storiche come "Nigrizia" e "Il Piccolo Missionario".
Credo che mia madre sia stata tra i primi abbonati di entrambe le riviste, perché io le ricordo da sempre, ed ha continuato ad esserlo fino alla sua scomparsa nel 1988. Quando i miei figli, da bambini, andavano a trovare la nonna, si portavano a casa "Il Piccolo Missionario", così ricco di fumetti, immagini, storie, racconti e curiosità davvero divertenti.
Ne conservo ancora qualche numero dei primi anni '80, e proprio da uno di questi ho tratto il fumetto che segue, una inedita interpretazione del famoso "Canto di Natale " scritto da Dickens.
Il "Piccolo Missionario" era nato nel 1927, ispirandosi alla rivista inglese " My Little Missionary", pensato per bambini dagli 8 ai 15 anni, per avvicinarli ai problemi del Sud del Mondo, in particolare dell'Africa, ed è ancora vivo, nonostante i suoi novant'anni ,semplicemente con il nome PM.
Non è mai stato nelle edicole; si poteva avere solo per abbonamento ed oggi è anche su facebook.
Nelle pagine de " Il Piccolo Missionario" si trovavano nomi di illustratori famosi, a cominciare da Jacovitti, penne che avevano lavorato anche per altre pubblicazioni, come "Topolino" ed altri periodici a grande tiratura.
Quello che ha illustrato il fumetto che vi ho mostrato si firmava come TANER, pseudonimo di Renato Frascoli. Nato a Como nel 1927 e recentemente scomparso, è stato tra i più conosciuti illustratori della seconda metà del secolo scorso.
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