Abbiamo racconti del retore Polluce che, intorno al II secolo narra di un gioco all'aperto della Magna Grecia chiamato apodidraskinda, dal greco dialettale apodrason-skaso-kripdo = fuggire scappare nascondersi, mentre in alcune parti d'Europa lo si usava come rituale nei boschi per la ricerca dei segni naturali dell'inizio della primavera. Il gioco attuale, è comunque un'eredità del XVII secolo, quando lo si giocava tra i nobili come una delle poche forme di socializzazione e di corteggiamento tra giovani aristocratici, diffuso inizialmente in Italia, Francia e Spagna, quindi in tutta Europa.
Da qualche anno il nascondino ha il suo campionato mondiale:
l’evento, nato a Bergamo nel 2010 grazie a CTRL magazine, richiama ogni anno squadre provenienti da tutto il nord Italia e continua dopo l’interesse della commissione olimpica per Tokyo 2020 la sua affermazione a livello nazionale e internazionale. Il gioco che conosciamo tutti può essere uno sport: “Servono corsa, equilibrio e la capacità di restare immobili per minuti, è assolutamente uno sport che richiede intuito, strategia e collaborazione” aveva detto Yasuo Hazaki motivando la decisione della commissione olimpica a considerare il nascondino come sport dimostrativo per l’edizione giapponese del 2020.
Quest'anno il concorso si è svolto nel paese fantasma di Consonno (frazione di Olginate - Lecco)In gara c'erano 400 persone, divise in 80 squadre da 5. E, mentre nel 2016 i vincitori sono stati i francesi, quest'anno la foglia di fico in palio l'abbiamo vinta noi italiani.
Da due anni l’evento si svolge nella location lecchese, Consonno, ex paese dei balocchi, situato su una collina che domina Lecco e la Brianza, celebre per essere entrato a metà del secolo scorso nelle mire imprenditoriali del conte Mario Bagno che voleva creare la «Las Vegas della Lombardia». Vennero costruiti un minareto, una pagoda cinese, un castello medievale, una discoteca, un motel e decine di luoghi per lo svago. Una frana rese inagibile la città dei divertimenti pochi anni dopo la sua inaugurazione.Il progetto fallì, ora a Consonno rimangono solo ruderi e tanto verde. Ideale però per il gioco del nascondino, dove si affrontano i concorrenti, una buona parte provenienti dall’estero, in particolare Germania, Francia e Spagna.
Non ci si può nascondere tra i ruderi della ex LasVegas italiana, perchè sarebbe pericoloso, ma intorno ad essi non manca il verde dove trovare qualche bel nascondiglio.
Per l'occasione ci si è ritrovati non solo per le gare di nascondino ma si è era immersi in un’atmosfera fatta di spensieratezza che si diffonde su tutta l’area dell’evento: accanto al campo di gioco era allestito il “Wild And Seek Camping”, l’area campeggio per i partecipanti alla competizione, mentre per tutto il pubblico, oltre agli spalti naturali dai quali assistere alle divertenti manche, c'è stato spazio per “L’imboscata” con musica dal vivo( bisognava trovare i complessi che suonavano nascosti nei dintorni), per lo street food e la birra dei birrifici artigianali provenienti da tutto il nord Italia.
«Ma vi rendete conto? - si chiede sbalordito Giorgio, uno degli organizzatori della competizione -. Gente che arriva fin qui dalle parti più lontane del pianeta per giocare a nascondino. È una realtà che ci riconcilia col sogno, con la voglia di vivere e la gioia di stare insieme. Divertendosi con le cose semplici. Che sono anche quelle più vere e autentiche». E forse non è un caso che il nascondino sia il «gioco di società» più conosciuto, amato e praticato al mondo. Qui, a Consonno, di bambini (anagraficamente tali) ce n'erano abbastanza, ma gli adulti (bambini dentro) erano assai di più. «Tana» per tutti.
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