sabato 9 settembre 2017

La Sindone

La Sindone  è un lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino, sul quale è visibile l'immagine di un uomo che porta segni interpretati come dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nella passione di Gesù. La tradizione cristiana identifica l'uomo con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il corpo nel sepolcro.




Il termine "sindone" deriva dal greco σινδών (sindon), che indicava un ampio tessuto, come un lenzuolo, e ove specificato poteva essere di lino di buona qualità o tessuto d'India. Anticamente "sindone" non aveva assolutamente un'accezione legata al culto dei morti o alla sepoltura, ma oggi il termine è ormai diventato sinonimo del lenzuolo funebre di Gesù.

Nel 1988, l'esame del carbonio 14 sulla Sindone, eseguito contemporaneamente e indipendentemente dai laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, ha datato la sindone in un intervallo di tempo compreso tra il 1260 e il 1390, periodo corrispondente all'inizio della storia della Sindone certamente documentata. Ciononostante, la sua autenticità continua a essere oggetto di fortissime controversie.



La prima notizia riferita con certezza alla Sindone che oggi si trova a Torino risale al 1353: il 20 giugno il cavaliere Goffredo (Geoffroy) di Charny, che ha fatto costruire una chiesa nella cittadina di Lirey,  dove risiede, dona alla collegiata della stessa chiesa un lenzuolo che dichiara essere la Sindone che avvolse il corpo di Gesù. Egli non spiega però come ne sia venuto in possesso.
Il possesso della Sindone da parte di Goffredo è comprovato anche da un medaglione votivo ripescato nel 1855 nella Senna, conservato al Museo Cluny di Parigi: su di esso sono raffigurati la Sindone (nella tradizionale posizione orizzontale con l'immagine frontale a sinistra), le armi degli Charny e quelle dei Vergy, il casato di sua moglie Giovanna.

Da quel momento le vicende della Sindone sono molteplici e,se interessati, vi consiglio di leggerne la storia su wikipedia. Alla fine, oggi, la Sindone si trova a Torino, nel Duomo.

Parte di coloro che considerano la Sindone più antica del 1353 prova anche a tracciarne la storia nei secoli precedenti.
Tra i fautori dell'autenticità del lino quale il lenzuolo funebre di Gesù risalente alla Terra di Israele del I secolo, non manca chi sostiene l'ipotesi secondo cui la Sindone di Torino sarebbe da identificare con il mandylion o "Immagine di Edessa", un'icona di Gesù molto venerata dai cristiani d'Oriente, scomparsa nel 1204 (questo spiegherebbe l'assenza di documenti che si riferiscano alla Sindone in tale periodo). In questo caso, occorrerebbe ipotizzare che il telo di Edessa, che è descritto come un fazzoletto, fosse esposto solo ripiegato più volte e in modo tale da mostrare unicamente l'immagine del volto



Dal XX secolo la Chiesa cattolica ha scelto di non esprimersi ufficialmente sulla questione dell'autenticità, che peraltro non è argomento fondamentale di fede, lasciando alla scienza il compito di esaminare le prove a favore e contro, ma ne autorizza il culto come icona della Passione di Gesù. 




Tutti si sono sempre chiesti quale fosse il vero volto di Gesù. Una risposta sembra arrivare dalla ricostruzione effettuata dalla polizia di Roma che, utilizzando delle tecniche dell’informatica forense, avrebbe ricreato un’immagine del volto di Cristo da bambino il più possibile simile alla realtà. In pratica è la stessa tecnica usata per individuare, ad esempio, il boss mafioso Bernardo Provenzano. Gli investigatori sono partiti da una fotografia della Sacra Sindone, in questo periodo in ostensione a Torino, lavorando da qui sulla fisionomia del volto. Ridotte le dimensioni della mascella, rialzato il mento e raddrizzato il naso, hanno ottenuto il viso di un ragazzo giovanissimo, dando per assunto che l'uomo di cui avevano un'immagine aveva circa 33 anni. 


Lo scopo degli investigatori in realtà era quello di celebrare proprio la Sindone, da anni al centro di discussioni e analisi che puntano a stabilirne l'autenticità. Uno studio pubblicato su Nature nel 1988 sosteneva che il lenzuolo risalisse al Medioevo e più precisamente al XIII secolo, fra il 1260 e il 1390. In realtà altri studi hanno dimostrato come sul telo siano depositati pollini presenti solo in Terra Santa. La discussione, insomma, resta aperta. Per la Chiesa è questione di fede. (http://www.fanpage.it/questo-e-il-volto-di-gesu-da-giovane-la-ricostruzione-della-polizia-italiana/p2/)




1 commento:

  1. Il più grande artista è Gesù di Nazaret, se la Sindone di Torino è un suo autoritratto di natura miracolosa. Al suo interno contiene la perduta o forse solo nascosta Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci. Tramite la somiglianza del volto contenuto nell’immagine della ferita al costato della Sindone, con il volto urlante del guerriero centrale, Niccolò Piccinino della Tavola Doria che della Battaglia di Anghiari di Leonardo realizzata a Firenze a Palazzo Vecchio nel Salone dei Cinquecento, riproduce La lotta per lo stendardo. I geni hanno un intelligenza simile nel metodo, producono opere analoghe, e hanno un volto somigliante nella maturità. L'autoritratto di Leonardo ricorda il volto sindonico. Cfr. ebook/kindle. La Sindone di Torino e le opere di Leonardo da Vinci: analisi iconografica comparata.

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