venerdì 15 settembre 2017

Finestre 2

Il sangue non è acqua....vero! Mianna, che come sapete è mia zia, vi ha parlato qui  http://ilclandimariapia.blogspot.it/2017/02/finestre.html del suo amore per le finestre e di come le piaccia, viaggiando, spiare in quelle che si vedono nel passare, immaginando la vita al di là dei vetri.
Lo stesso è per me, balconi, loggiati, imposte, tende e vetri attirano anche il mio sguardo e resto spesso affascinata da una cascata di fiori che io non riuscirò mai a riprodurre o da una tendina civettuola che parla della padrona di casa.

Qui un po' di storia con notizie prese qui e là nel web:

Nelle antiche civiltà Mesopotamiche e in quelle Egiziane, negli edifici di culto si costruivano dei semplici varchi o spiragli, che servivano come sistema di ventilazione contro le alte temperature. Oltre a permettere un ricambio d’aria continuo, creavano un fascio di luce all’interno degli stretti cunicoli che consentiva una visione dell’interno accettabile.
I popoli di queste terre conoscevano già le tecniche di fusione, e sapevano già lavorare il vetro per creare oggetti. In questi luoghi il vetro non venne mai utilizzato per creare finestre, perché avrebbero impedito ai varchi di convogliare aria più fresca all’interno delle costruzioni. Per mantenere una temperatura più gradevole anche nelle abitazioni, si limitarono a chiudere i varchi con teli impregnati di grasso o vesciche di maiale, sottili e trasparenti da sembrare pergamene.

Anche nell’antico Egitto le finestre erano molto piccole e il loro uso era strettamente funzionale, in quanto serviva per dar ricambio d’aria continuo e far entrare, in modo appropriato, la luce negli ambienti, mediante lunghi e stretti spiragli.

I romani furono i primi a dotare le finestre di tamponamento in vetro, una tecnica che poi si perse per scarsità di materiali durante l'alto Medioevo, per venire poi ripresa il larga scala solo nel periodo gotico (XII secolo - XIII secolo).
Mentre aveva inizio la loro vigorosa espansione verso il Nord, i Romani cominciarono a usare lastre di vetro delle finestre. Naturalmente, la conquista dei Paesi transalpini si sarebbe verificata, prima o dopo, anche senza il loro contributo; ma non si esagera pensando che l’acclimazione del conquistatore, popolo mediterraneo, nelle gelide plaghe abitate dai Germani, Galli e Britanni sia stata grandemente agevolata dall’invenzione della finestra resa stagna mercé vetratura.
I Romani erano soliti, come gli Inglesi d’oggi, rimorchiare dappertutto il “comfort” di casa. Fra le comodità che essi più amavano e reputavano indispensabili erano, in primo luogo, i famosi bagni caldi (thermae) e, correlativamente, il riscaldamento dei pavimenti e delle pareti (hypocaustum); ma queste due tecniche, trasferite al Nord delle Alpi, non si potevano “convenientemente” realizzare senza una cinta coibente del luogo di cura. Ora, le finestre erano termini insostituibili di tale cinta.

Durante il Medioevo, le finestre erano di dimensioni ridotte, perché si pensava soprattutto a difendere la proprietà dagli attacchi dei nemici.


Nel periodo Romanico si svilupparono i rosoni, grandi finestre circolari con vetri decorati. 


Col Gotico, soprattutto negli edifici religiosi, le finestre divennero alte, dando ampiezza e respiro alle mura. In questo periodo i rosoni arrivarono ad ornare l’intera facciata degli edifici con i loro colori. Per quanto riguarda le abitazioni, anche in questo caso le finestre si alleggerirono e permisero l’inserimento dei vetri.
Tipiche di quest’era le finestre bifore o trifore, ossia finestre divise da pilastrini in due o tre sezioni e sormontate da archi a tutto sesto

Nel Rinascimento, continuò ad usarsi qualche bifora, ma per lo più si ritornò ad una certa linearità nelle forme, con finestre rettangolari. 

Anche nel Barocco la finestra proseguì nelle sue sembianze rettangolari. Ad essa si alternarono però le forme quadrata, tonda e ovale. In questo periodo assunse molta importanza l’incorniciatura delle finestre, sempre molto fantasiosa e ricca di elementi figurativi. La finestra conquistò il senso dell’arte.

A fine Ottocento, con l’arrivo di nuovi materiali, quali acciaio e cemento e con l’avvento di tecniche innovative, la finestra entra nella concezione moderna, così come la conosciamo oggi.
La finestra non è più solo un’apertura nel muro, utile al passaggio di luce ed aria, ma un elemento fondamentale nella struttura degli edifici, tanto da poter creare con esse costruzioni composte da grandi vetrate che affacciano sulla città.





































































Troppe immagini? Sinceramente SI'! Ma pensate che nella cartella ne avevo almeno il doppio e ho dovuto eliminarle....

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