A volte diamo per scontato tutto ciò che il territorio in cui viviamo ci offre: le colline, i boschi, il fiume, i paesi ,infondo sono lì da sempre, cosa mai potrebbero raccontarci di speciale?
Invece non è così. Basta una bella domenica di sole e la voglia di ritornare in un posto in cui si andava da bambini, nei pomeriggi d'estate, a due passi da casa, con la merenda da consumare sul prato all'ombra delle querce e provare, ora, il desiderio di saperne di più.
Il piccolo santuario della Madonna di Sombreno sorge sull'estremo sperone occidentale dei Colli di Bergamo.
Il colle di Sombreno (nome etimologicamente derivante da sopra la Valle Breno, antico nome del territorio) si trova in una posizione dominante sulle zone circostanti, utilizzata in epoca medievale a scopi difensivi mediante un castello, di cui è ancora presente una torre.
Il castello , costruito sulla sommità del colle,fu poi sostituito dal Santuario di Sombreno, composto da due edifici sacri, attigui tra loro, uno dedicato alla Natività di Maria, eretto nel 1493 e profondamente ristrutturato nel XVII secolo e abbellito di numerose decorazioni, l'altro alla Madonna addolorata.
La struttura, di linee molto semplici, fu ampliata nel Settecento e Ottocento, con l'aggiunta di un bel porticato.
Al santuario si può accedere a piedi, attraverso percorsi alternativi, e in auto su una strada con stretti tornanti, immersa nel verde.
Poco prima dell'ingresso si supera l'ultima stazione della Via Crucis , che conclude uno dei percorsi pedonali
e con una dolce scalinata si entra nel complesso attraverso un portale sormontato da una lunetta con il Padre Eterno ammonitore.
Il Santuario è costruito su un terrapieno che si affaccia sulla pianura sottostante e passando dal portico lo spettacolo è stupefacente
Sotto lo spesso muro di sostegno una fitta striscia di gigli colora d'arancio il prato.
All'ombra del porticato si può ammirare, attraverso una cancellata, la piccola chiesa dedicata alla Madonna Addolorata in cui si custodisce la statua lignea raffigurante la Madonna con il Cristo morto in grembo, oltre ad alcuni affreschi e dipinti alle pareti.
Superata la cappella, già presente nell'antico castello di Breno nel 926, si accede al prato antistante la Chiesa della Natività, profondamente restaurata nel XVII secolo e oggi, purtroppo, chiusa al pubblico.
Peccato davvero non poter ammirare gli affreschi alle pareti ad opera di pittori illustri della bergamasca, gli intagli del pulpito né l'organo settecentesco recentemente restaurato e perfettamente funzionante...
Peccato anche non rivedere quell'osso gigante appeso al soffitto della chiesa , che affascinava e intimoriva insieme i bambini che visitavano il santuario.
"L'osso di Sombreno" , lungo quasi due metri, secondo alcune analisi scientifiche, sarebbe una costola di mammut, rinvenuta ai piedi della collina e conservata da tempo immemorabile nel santuario . Naturalmente sulla sua origine sono nate molte leggende , più o meno fantasiose. La più diffusa racconta di un pericoloso drago che seminava morte e distruzione nella zona, fintanto che un giovane cavaliere coraggioso (o incosciente...) non lo affrontò uccidendolo e facendolo a pezzi, facendone poi dono alle diocesi del territorio.
Leggende a parte, ritornare al Santuario di Sombreno è stato un modo piacevole per trascorrere una domenica pomeriggio e uno stimolo per sapere qualcosa di più su questo territorio che mi è tanto caro.
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