la risposta:
Tutto merito del parrucchiere tedesco Karl Nessler, inventore anche della permanente. Quest’ultima tecnica nacque infatti a Londra nel 1906, dove Nessler viveva e lavorava, e fu perfezionata qualche anno più tardi (1909) dall’introduzione dei bigodini, barrette di metallo attorno alle quali venivano avvolti i capelli.
Riccioli roventi I bigodini erano prima riscaldati su una fiamma e i capelli trattati con un composto a base di idrossido di sodio. La posa durava circa 10 minuti e l’azione congiunta del calore e dei composti chimici assicurava un’ondulazione “permanente”. Dopo molte sperimentazioni, la tecnica, all’inizio rischiosa (poteva provocare la bruciatura o la perdita di capelli), divenne più sicura e nel giro di pochi anni si diffuse ovunque.
Le donne di inizio secolo perdevano la testa per questa nuova invenzione che consentiva anche a quelle con i capelli più lisci, di avere fantastici boccoli per lungo tempo. Il primo a sviluppare un sistema d'ondulazione permanente fu un parrucchiere tedesco Karl Nessler (conosciuto come Charles Nestle) che brevettò nel 1906 un innovativo sistema, che consisteva in un gruppo di cilindri in cui i capelli erano avvolti e arricciati, collegati ad una macchina che si riscaldava per mezzo di una resistenza elettrica. I cilindri bollenti erano tenuti lontani dal cuoio capelluto da un complesso sistema fatto di contrappesi. Sui capelli veniva applicato dapprima l'idrossido di sodio e poi venivano riscaldati per ben 6 ore. Il metodo di Nessler fu sperimentato, per la prima volta, a Parigi su una donna, Katharina Laible, a cui Nessler, purtroppo, bruciò un paio di volte i capelli e il cuoio capelluto, ma alla fine l'esperimento riuscì. Il sistema della permanente fu brevettato anche negli Stati Uniti e il geniale parrucchiere sposò proprio la donna che era stata la sua prima cliente, che, nonostante l'incidente iniziale, gli portò molta fortuna.
Negli anni Trenta e Quaranta si passò a sistemi di permanente meno aggressivi, cioè senza calore. Nacquero così i bigodini di plastica, usati ancora oggi.
Ho trovato, invece qui: http://www.bigodino.it/blog/moda/noi-le-haute-begoudene.html, una storia interessante:
Nel 1600 si insediò nella Francia settentrionale il popolo bretone, cacciato dall’attuale Gran Bretagna.
Nel 1675, avvenne nel Bigouden, e nella Bassa Bretagna, una rivolta, la “rivolta dei berretti rossi”, durante la quale, la popolazione, che indossava il berretto rosso, anzichè nero come il resto dei francesi, inscenò una protesta contro re Luigi XIV affinché togliesse le tasse sul raccolto…la corvée.
La protesta fu però repressa dal governatore della Bretagna.
Ma le donne bigoudène, famose per essere delle raffinatissime ricamatrici, maestre del filo, iniziarono a personalizzare il loro copricapo e innalzare il loro berrettino ricamato.
Pare che tale innalzamento ricordi un fatto storico, ovvero un atto di protesta contro re Luigi XVI che aveva fatto abbattere le guglie dei campanili, protesta durante la quale le donne avevano sollevato le loro coiffes.
Donne coraggiose e all’avanguardia per i loro tempi!
Con la loro arte riuscirono a protestare pacificamente e a precorrere una vera e propria moda che dura tutt’oggi.
Un copricapo sui generis, prezioso e stravagante che sembra avere quasi uno scopo magico.
Bizzarro ed al tempo stesso solenne, una corona di filo ricamata per arricchire la femminilità delle donne bigoudène….spettacolare!
Tra il 1850 ed il 1900 la coiffe bigoudène si caratterizza per la sua altezza di oltre 30 centimetri. Nel 2013 questo copricapo è ancora indossato da un centinaio di donne, oppure viene indossato durante le feste tradizionali della regione.
La cosa curiosa è che la realizzazione di questi ricami spetta agli uomini e ogni ricamo ha un suo significato:
il sole (simbolo di gioia), il cuore (simbolo dell’amore), la felce (simbolo di abbondanza), la piuma di pavone (simbolo di fierezza), le corna di montone (simbolo di coraggio e di forza), la lisca di pesce (in ossequio alle tradizioni marinaresche della zona), il dente di una sega (simbolo del lavoro), ecc.
Le donne Bigouden avevano capito tutto!!!
Protestare silentemente e far lavorare gli uomini…..ahahah
Dalle donne bretoni quindi arriva il bigodino,questo cilindro ricamato che si trasformerà in un cilindretto usato dai coiffeurs per dar piega ad i nostri capelli.
E tornando ai bigodini, non quelli per la permanente, ma quelli per una piega bella e voluminosa, ecco alcune immagini dove perfino le lattine di una bibita possono venire usate allo scopo:
Divertente e interessante...come sempre.
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