martedì 20 settembre 2016

Uomini e barche

Vi siete mai chiesti perchè, a differenza di qualsiasi altro veicolo, le barche abbiano un nome ? e per lo più un nome di donna?
Sembra che per certi tipi di barche e di rotte, la legge preveda un registro o qualcosa di simile, dove il proprietario deve indicare il nome o il numero, anche per motivi di sicurezza in caso di SOS.
Secondo me il motivo però è un altro e ha a che fare con il rapporto che da sempre lega l'uomo alla sua barca.





Chissà, forse anche Noè aveva dato un nome alla sua Arca e nessuno si è ricordato di citarlo nelle sacre scritture... certo è che tutti conoscono il nome delle caravelle con cui Cristoforo Colombo andò alla scoperta delle Americhe, e questo accadeva un bel po' di anni fa.





La barca è stata il primo mezzo di comunicazione nell'antichità : quella linea indefinita all'orizzonte che univa mare e cielo o quel fiume che scorreva chissà dove senza mai fare ritorno, hanno esercitato una grande attrazione sugli uomini  e hanno fatto la storia.





Ma torniamo al nome. Un tempo chi partiva per mare non sapeva mai con certezza se sarebbe tornato, da qui la scelta del nome, quello della madre, della moglie, della figlia, dell'innamorata, un nome da portare con sè, come portafortuna, come radice, come promessa. A volte il nome scelto non aveva alcun legame con la famiglia o il luogo d'origine, ma era semplicemente l'affettuosa identità data a uno strumento con cui il pescatore, o il marinaio in genere, si guadagnava da vivere.

Qualcuno dice che dare il nome a una barca sia solo una forma di superstizione perchè pare che quelle senza nome siano destinate a naufragare  e comunque a non tornare , per cui un nome vale l'altro e non si può nemmeno cambiarlo, perchè anche questo porta sfortuna.



Nel tempo le barche, soprattutto se di grandi dimensioni, hanno mutato il loro aspetto soprattutto per esigenze di natura pratica, ma il mostrare la propria identità credo sia stata comunque una caratteristica costante : perfino le navi pirata ostentavano il loro inequivocabile vessillo...

Tra il XVI e il XIX secolo, molte navi di grandi dimensioni, soprattutto i galeoni, usavano mettere sulla prua dell'imbarcazione, una decorazione lignea, detta polena, che oltre a mostrare la ricchezza e la forza del proprietario, aveva anche lo scopo di indicare il nome della nave che la ospitava a coloro che non sapevano leggere.



Le polene rappresentavano in genere sirene dai lunghi capelli al vento, o femmine dall'aria guerriera e in abbigliamento succinto, pronte a fendere i flutti impetuosi.






 Con il passare del tempo però, in alternativa agli esemplari più audaci, ecco comparire le immagini più pudiche di madri, mogli, sorelle, messe lì per ricordare agli allegri naviganti, che la presenza vigile e protettiva , anche se virtuale, delle donne di casa è la più efficace.









































Purtroppo come siano andate veramente le cose non ci è dato sapere. Le polene scomparirono gradualmente per motivi tecnici, così si dice, ma ho il vago sospetto che si sia tenuto un referendum segreto tra i marinai .... meglio liberarsene per osservare liberamente l'orizzonte da prua e tornare ai nomi familiari dipinti sulla fiancata. 

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