mercoledì 31 agosto 2016

Dimmi che credi al destino

Ornella ama i cieli di Londra, il caffè con la moka e la panchina di un parco meraviglioso dove ogni giorno incontra Mr George, un anziano signore che ascolta le sue disavventure, legate soprattutto a un uomo che lei non vede da troppo tempo, e che non riesce a dimenticare. A cinquantacinque anni, Ornella si considera una campionessa mondiale di cadute, anche se si è sempre saputa rialzare da sola. Per fortuna può contare su Bernard, il suo vicino di casa, che la osserva da lontano e la conosce meglio di quanto lei conosca se stessa. L'ultima batosta, però, è difficile da accettare. La piccola libreria italiana che dirige nel cuore di Hampstead - dove le vere star sono due pesci rossi di nome Russell & Crowe - rischia di chiudere: il proprietario si è preso due mesi per decidere. Lei, che sa lottare, ha imparato anche a lasciarsi aiutare, e così chiama in soccorso la Patti, la sua storica amica milanese inimitabile compagna di scorribande - che arriva in città con poche idee e tante scarpe, ma sufficiente entusiasmo per trovare qualche soluzione utile a salvare l'Italian Bookshop. La prima è quella di assumere Diego, un ragioniere napoletano bello e simpatico, che fa il barbiere part-time, ha il cuore infranto e le chiama guagliuncelle. Ma proprio quando la libreria ha più bisogno di lei, il destino riporterà Ornella in Italia, a bordo di una Seicento malconcia guidata in modo improbabile dalla Patti. 





Un bel libro, leggero ironico, scorrevole...insomma: piacevole. Non sarà certo una pietra miliare della letteratura, ma riesce a far passare qualche ora serena, con i suoi personaggi piuttosto strampalati e abbastanza improbabili. La vena umoristica mi sembra la dote migliore di questo romanzo: saper sorridere delle manie di moda senza ergersi a giudice censore mi sembra una buona cosa.
La vita di Ornella è stata drammatica, prima di approdare a Londra, ma l'autore ce ne accenna in modo lieve, come per evidenziare che il passato è chiuso e che Ornella ha colto la sua seconda occasione.
Ho letto recensioni entusiaste e recensioni molto negative, mi pare che gli estremi siano entrambi fuori posto. E' vero che i personaggi avrebbero potuto essere più approfonditi, ma mi sembra che l'intenzione dell'autore sia proprio quella di raccontare in superficie, solo per tener compagnia al lettore e non per fare uno studio di caratteri. I più accesi nella negatività sono quei lettori che avevano amato i libri precedenti dell'autore. Forse hanno ragione di essere delusi, io non posso giudicare perchè per me è il primo incontro con Luca Bianchini. Proverò a leggere qualcos'altro di suo.

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