L'Italia ha attratto visitatori fin dall'antichità. le sue strade, tracciate dai Romani con grande lungimiranza, permettevano gli spostamenti a piedi da nord a sud, da est a ovest, per tutti coloro che avessero necessità o desiderio di raggiungere luoghi più o meno famosi, anche senza l'aiuto di carrozze o cavalli.
La maggior parte di questi passeggeri "on the road" erano pellegrini diretti verso luoghi di culto,in ossequio a un voto o in cerca di divina benevolenza, oppure mercanti che commerciavano le loro mercanzie da un versante all'altro del nostro Paese.
C'erano poi studiosi dell'arte, trovatori, poeti, briganti, soldati, insomma di tutto un po'.Tuttavia ci fu un periodo in cui si verificò un particolare afflusso di stranieri verso l'Italia, come se un astuto tour operator avesse ideato un itinerario speciale per attrarre la meglio gioventù, e non solo, d'Europa.
Fu Richard Lassels, nel suo Italian Voyage,ad adottare per primo l'espressione Grand Tour, un neologismo che da quel momento - era l'anno 1670 - sarebbe stato adottato universalmente.
Il Grand Tour divenne per i giovani dell'aristocrazia inglese in particolare, ma anche per i francesi e i tedeschi, un'esperienza formativa indispensabile sia sul piano culturale che su quello umano.
Grazie anche alle strabilianti scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei, l'Italia veniva considerata una specie di museo all' aperto, straordinariamente ricco di opere d'arte.
L'elevato valore artistico dell'eredità lasciata dal Rinascimento, le biblioteche e le chiese, il teatro e la musica, senza dimenticare il clima solare, che costituiva un valore aggiunto per coloro che provenivano dalle nebbie e dall'umidità del nord, erano motivi convincenti per indurre i visitatori a prolungare il soggiorno in Italia per diversi mesi.
L'Italia dell'arte e dell'architettura, ma anche le tradizioni, il paesaggio, il folklore, un modo diverso di interpretare la vita, la politica stessa rappresentavano per i giovani dell'epoca una esperienza analoga a quella dei nostri ragazzi che, dopo la laurea, coronano la loro formazione professionale ed umana con un master negli Stati Uniti.
L'interesse nei confronti della cultura classica presente nel nostro territorio da parte di questi "turisti" particolari, si estesa anche all'arte ed agli artisti dell'epoca, molti dei quali si fecero conoscere ed apprezzare in Inghilterra e in Germania, a testimonianza della cultura tendenzialmente cosmopolita di quel periodo.
Questo elegante signore biancovestito è Johann Wolfgang von Goethe che compì il suo grand tour in Italia tra il 3 settembre 1786 e il 18 giugno 1788. Qualche anni più tardi ne scrisse un resoconto nel suo Viaggio in Italia.
Essendo persona dotata di senso pratico, mi sono chiesta più volte come organizzassero il loro bagaglio questi viaggiatori del passato. Proprio in occasione di una mostra dove, tra altre cose, si accennava al soggiorno di Goethe sul lago di Garda, era esposto questo set da viaggio.
Interessante spunto per una ricerca più approfondita... qui ci vuole un altro post.
Nessun commento:
Posta un commento