lunedì 16 maggio 2016

Il limone







«Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni? / Nel verde fogliame splendono arance d’oro / Un vento lieve spira dal cielo azzurro / Tranquillo è il mirto, sereno l’alloro / Lo conosci tu bene? / Laggiù, laggiù / Vorrei con te, o mio amato, andare!».(Goethe)







Secondo alcuni studi genetici, il limone è un antico ibrido, probabilmente tra il pomelo e il cedro, ma da secoli è una specie autonoma.
Sebbene le origini del limone siano incerte, si pensa che i primi luoghi in cui sia cresciuto siano la Cina, dove veniva coltivato già prima della Dinastia Song (960-1279 d.C.), la regione indiana dell'Assam e il nord della Birmania.







I Greci lo importavano dalla Media e lo utilizzavano a scopo ornamentale e per profumare la biancheria e difenderla dalle tarme. Le prime chiare descrizioni dell’impiego del limone a scopo terapeutico risalgono alle opere di Teofrasto, l’allievo di Aristotele, che viene considerato il fondatore della fitoterapia. Era costume degli Ellenici coltivare gli alberi di limone vicino agli ulivi per preservare questi ultimi da attacchi parassitari.
Anche Plinio parlò del limone nei suoi trattati e lo prescrisse, tra l’altro, come antidoto verso diversi veleni. Sebbene si ritenesse che gli antichi Romani non conoscessero il frutto, nel 1951 una scoperta archeologica smentì questa diffusa opinione: nel corso di scavi effettuati a Pompei venne infatti alla luce una casa, denominata la ‘Casa del frutteto‘, con degli affreschi alle pareti che ritraggono varie piante tra cui, appunto, il limone.
Considerato che Pompei fu distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e che Plinio il Vecchio lo aveva già menzionato prima della sua morte (durante quella stessa eruzione) all’interno della sua opera Naturalis Historia, è certo, dunque, che il limone fosse trapiantato ed acclimatato in Campania nel primo secolo dopo Cristo, sia pure come frutto raro. Tra i Romani pare che l’imperatore Nerone ne fosse un assiduo consumatore, ossessionato come era dal presentimento di un suo possibile avvelenamento.





In Occidente il limone si diffuse intorno all’anno 1000 grazie agli Arabi che lo portarono in Sicilia. La prima descrizione del limone, introdotto dall’India due secoli prima, apparve infatti in scritti arabi del dodicesimo secolo. Le origini del nome derivano dal persiano (لیمو Limu  ).

In Europa la prima coltivazione di limoni è stata avviata in Sicilia, dopo il X secolo e più tardi a genova (a metà del XV secolo). I limoni compaiono nelle Azzorre nello stesso periodo, nel 2493, ad opera Cristoforo Colombo, che portò i semi del limone fino all'isola di Hispaniola.





I limoni sono coltivati in tutto il mondo in innumerevoli varietà che probabilmente neanche i botanici riescono a registrare correntemente. Le differenze tra di esse sono infatti riscontrabili prevalentemente nell'aspetto esteriore, mentre rimangono praticamente invariate sia le loro qualità alimentari che la relativa importanza economica. Il limone infatti, ben raramente viene consumato come frutto fresco, per cui cambiamenti minori di gusto non sono molto importanti. Per la lavorazione industriale vanno bene tutte le varietà, con l'esclusione forse di quelle poche che per il precoce deterioramento vengono consumate sul luogo di produzione. Sono così quasi ignote le varietà del limone rosso e del limone dolce che danno frutti sempre agri, ma nel contempo abbastanza dolci da poter essere mangiati come frutta fresca. Quando questi limoni giungono a maturazione si deteriorano nel giro di due o tre giorni, per cui logicamente vengono consumati dalla popolazione locale e rimangono sconosciuti su un mercato più vasto.





Spesso si fa distinzione tra limoni gialli e verdi, ma si tratta di una distinzione meramente commerciale, in quanto i due tipi crescono sullo stesso albero. Il limone verde è il prodotto della fioritura estiva, la quale viene spesso indotta artificialmente con l'assoluta privazione di irrigazione della pianta nei mesi di giugno e luglio. In questo modo si ottengono frutti dalla sottile buccia verde e dalla polpa molto succosa. Possono rimanere immagazzinati per lungo tempo e sopportano bene trasporti e sbalzi di temperatura, per cui vengono esportati in tutto il mondo, mentre i loro "fratelli" limoni invernali, coprono il fabbisogno dei mercati interni. Questo tipo di forzatura dell'albero ne abbrevia la vita, ma si tratta di una pratica molto vantaggiosa economicamente, per cui generalmente adottata in tutte le piantagioni.








Notizie tratte da Wikipedia e da: http://www.limmi.it/tutto-sul-limone/curiosita/

Ed eccole qui alcune curiosità:

Il limone è associato, secondo alcune scuole di pensiero, all’essenza femminile e lunare. La tradizione cristiana ha spesso associato l’immagine della pianta a quella della Vergine Maria, in quanto frutto dal dolce profumo, gradevole forma, luminoso e ricco di proprietà curative, non ultima quella di essere rimedio contro i veleni.

Non solo: il suo colore giallo rimanda alla luce dei raggi del sole che ne favoriscono la crescita, da qui l’attribuzione di un valore positivo e salvifico, spesso scaramanticamente utilizzato per allontanare il Demonio dalle case.

L’albero del limone fiorisce e fruttifica tutto l’anno; il limone è un frutto succoso e genuino come l’amore, ecco perché spesso lo si considera il simbolo della fedeltà amorosa e della fertilit
à.








Una leggenda dal sapore peccaminoso, non fosse altro perché i protagonisti sono gli stessi del ‘Peccato originale’, i nostri progenitori Adamo ed Eva, e gli oggetti proibiti del desiderio… sempre frutti!
La leggenda potrebbe intitolarsi: “Non solo mele… ma anche limoni”

Si racconta infatti che quando Eva venne cacciata dal Paradiso Terreste rubò un frutto d’oro dal giardino dell’Eden. Adamo, timoroso della giustificata ira divina, le ordinò di nasconderlo in un luogo speciale. Fu così che la ‘Primadonna’ piantò il frutto nella paradisiaca Baia di Garavan dove successivamente fu fondata Menton, la città del Limone



Lo sapevate che per le streghe un limone trafitto di spilli colorati porta sempre fortuna?

Ricevuto in dono o regalato, meglio che nessuno degli spilli sia nero, perché solo in tal caso la vita di chi lo riceve sarà sempre felice, prospera e gioiosa. E se anche ci fosse qualche spillo nero, non significa che la fortuna ci abbandonerà, ma solo che sarà meno costante nel tempo e non potrà evitarci, talvolta, qualche travaglio di poco conto.




Con i limoni si possono preparare un'infinità di cose deliziose


































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