Villa Pisani è uno dei grandi tesori del nostro patrimonio nazionale.
Si trova a Stra, in provincia di Venezia, e si affaccia sul Naviglio del Brenta. E' uno dei più celebri esempi di villa veneta della Riviera del Brenta.
Costruita nel 1721 per la nobile famiglia veneta dei Pisani di Santo Stefano, contava all'epoca 114 stanze in omaggio al 114° Doge di Venezia , Alvise Pisani.
Le stanze, attualmente 168, sono denominate in base all'utilizzo o all'ospite di riguardo che vi soggiornò.
Nel 1807 Napoleone acquistò la villa dalla famiglia Pisani, finita sul lastrico per debiti di gioco, per il vicerè d'Italia, Eugenio di Beauharnais.
Ecco la stanza dove soggiornò l'Imperatore e che porta il suo nome.
Accanto c'è il bagno, con la vasca a pavimento e rubinetti, un vero lusso per l'epoca!
Nel 1814 la villa diventò di proprietà degli Asburgo, ma dopo l'annessione del Veneto al Regno d'Italia nel 1868 divenne proprietà dello Stato.
Villa Pisani, ora Museo Nazionale, conserva arredi ed opere d'arte del Settecento e dell'Ottocento, tra cui il capolavoro di Gianbattista Tiepolo, "Gloria della famiglia Pisani", affrescato sul soffitto della maestosa Sala da Ballo.
Il parco, che si estende su una superficie di 11 ettari, occupa un'intera ansa del Naviglio del Brenta.
Venne realizzato, prima della villa, su progetto dell'architetto Girolamo Frigimelica de' Roberti, autore anche del famoso labirinto di siepi di bosso, con al centro una torretta sormontata dalla statua di Minerva. Nel Settecento vi si svolgevano giochi di società tra dame e cavalieri.
L'impostazione del parco con lunghe prospettive ricorda i modelli francesi applicati da André Le Notre nei giardini di Versailles, ma riconduce anche alla tradizione veneta dei giardini cintati, aperti da portali e finestre che prolungano le viste sul Brenta.
La ghiacciaia, conosciuta anche come "la casa dei freschi", è una collinetta artificiale, completamente cava e circondata da un fossato. Quando d'inverno l'acqua ghiacciava,veniva spaccata in blocchi che confluivano sotto la collina e durante l'estate conservavano freschi cibi e bevande. Insomma una sorta di freezer primitivo abbastanza diffuso un tempo anche nelle zone in cui vivo e che veniva chiamato "giazér".
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