sabato 31 ottobre 2015

Lola nascerà a a diciott'anni

Nella Milano grigia e dolente degli anni più duri della seconda guerra mondiale, quelli dei bombardamenti, delle stragi, dei morti abbandonati nelle vie, delle vite immolate, talvolta per libera scelta, in nome di un ideale, talaltra per la brutalità degli eventi, cresce fra mille difficoltà un amore miracoloso che donerà ai due giovani protagonisti, Mara Bonfanti, bella, elegante e di buona famiglia, e Mario Canevari, operaio delle acciaierie, momenti di indicibile gioia e altri di sofferenze strazianti. La bimba, frutto del loro amore, verrà abbandonata al suo destino appena nata e Mara sarà costretta, dalla madre e dalle convenzioni sociali, a sposare il generale Pepe, un uomo molto più anziano di lei, alto ufficiale della Brigata Fascista Ettore Muti. Quando, una notte, il generale Pepe verrà trovato morto nella sua casa, dell’assassinio si confesserà colpevole Mara, condannata per la sua colpa al carcere a vita. Dovranno passare diciotto anni prima che una lettera anonima giunga a disseppellire un passato dimenticato e a gettare una luce nuova e sorprendente su quegli eventi lontani.
Un romanzo corale e incalzante, minuziosamente accurato nella ricostruzione di una città, di un’epoca e delle psicologie dei personaggi, di diversa estrazione sociale ma della stessa tragica statura. Un romanzo nel quale tutti pagano un prezzo al momento storico in cui è toccato loro vivere e agli egoismi che sempre genera ogni guerra, rendendo ciascuno dei protagonisti vittima e carnefice.






Un feuilleton, una storia che avrei visto bene in un fotoromanzo o in  un romanzo d'appendice: grandi passioni, grandi sentimenti, avvenimenti drammatici.
Non lo dico in senso riduttivo o negativo perchè il libro mi è piaciuto molto.
L'amore contrastato dei due protagonisti potrebbe sembrare la solita storia, ma ...non è così! Probabilmente perchè l'ambientazione storica così accurata, distoglie l'attenzione dal deja-vu, per accenderla su avvenimenti che non ho vissuto in prima persona, ma che ho sentito spesso raccontare. La ricostruzione della Milano dell'epoca è talmente perfetta, che si "vedono" le strade e le case, le automobili, le biciclette, le persone.
Il libro è scritto molto, molto bene: è avvincente e lo stile narrativo è molto singolare: ogni capitolo è raccontato in prima persona da un personaggio diverso ( anche il morto) spostando la prospettiva dello stesso avvenimento a seconda di chi lo racconta. I personaggi risultano così molto più vividi e approfonditi: di ciascuno leggiamo i pensieri e i sentimenti. E capiamo come siamo fortunati a vivere in un momento in cui noi siamo in pace: la guerra a quanto pare, esalta le caratteristiche di ogni persona: quelle dei pochi  eroi che non esitano a sacrificare la propria vita per l'ideale di lasciare ai posteri un mondo migliore, quelle della maggior parte della gente pavida, ottusa, gretta ed egoista e quelle mi auguro poche, che lasciano libero sfogo ai peggiori istinti come l'opportunismo, l'arrivismo, la vigliaccheria e la crudeltà.
La Russo ha scritto altri romanzi storici, anche per ragazzi e ambientati in altre epoche storiche: penso che li leggerò!





1 commento: