Ed eccoci al porto: siamo un attimo disorientati perchè qui sulla Royal Caribbean non ci sono, come sulle Costa, gli stewart che ti indirizzano su dove andare e cosa fare; comunque ce la caviamo e finalmente siamo nella nostra cabina, bella spaziosa e con terrazzino. Mentre aspettiamo il bagaglio, facciamo un giro di ricognizione e andiamo ad informarci su dove dovremo cenare, facendoci riservare un tavolo a due: siamo un po' misantropi e non abbiamo voglia di dover chiacchierare tutte le sere con degli sconosciuti, in inglese, per giunta! Infatti abbiamo capito che qui siamo gli unici italiani: questa non è una crociera che attira i nostri connazionali...peccato! L'unica lingua che si parla e anche tutti gli avvisi sono rigorosamente in inglese. Ma come mai? Il viaggio è internazionale e a bordo ci sono francesi, spagnoli, tedeschi, cinesi e giapponesi. Evvabè, ci arrangeremo!
Il primo giorno è tutto di navigazione, il tempo è bruttino, quindi non si sale sui ponti a prendere il sole. Per fortuna in tv c'è il torneo di Flushing Meadows e oggi e i prossimi giorni avremo l'enorme soddisfazione di vedere la piccola Roberta Vinci battere alla grande la numero uno, Serena Williams, che non la prende molto bene. Saremo contenti, anche quando poi, la Pennetta si aggiudicherà il torneo, concludendo, alla ragguardevole età di 33 anni, una carriera molto, molto soddisfacente. Sono giorni in cui guardiamo gli americani dall'alto al basso e non capita spesso.
Io, nel frattempo, ho già finito il libro che doveva bastare per 10 giorni. Per fortuna ho un paio di Settimane enigmistiche, per passatempo.
La prima escursione, il secondo giorno, è a Portland, nel Maine, chiamata dal suo cittadino, il poeta Henry Wadsworth-Longfellow, il gioiello sul mare. Lo stile della città è vittoriano; veniamo a sapere che nel passato ha avuto diverse traversie a causa di fuoco, guerra e indiani, quindi è stata ricostruita più volte. La città è posta su una collinetta davanti al porto e, salendo, si ha una bellissima vista della Casco bay.
Non ho nessuna foto decente della città, ma qualcuna del faro che abbiamo visitato poco dopo, sì e anche di Kennebunkport, un paesino turistico pieno di negozi di souvenir e dove abbiamo mangiato la nostra prima aragosta di questo viaggio, in un locale....italiano!!
Tornati a bordo, incominciamo a renderci conto che le manie degli americani sono di tipo "talebano", cioè tassative e senza democratica possibilità di differenziazione. La nave è disseminata di erogatori di liquido disinfettante; sulla soglia delle sale da pranzo c'è una guardia che controlla se lo hai usato, altrimenti ti manda indietro a farlo. Nel porto, prima di risalire sulla Liberty, c'è un addetto con un boccione sottobraccio, che svolge la stessa funzione, in quanto gli erogatori fissi mancano. Se usi uno dei bagni disseminati qui e là, su ogni specchio c'è un cartello che ti ordina ( non è un invito, ma proprio un ordine) di lavarti le mani e sulla porta un altro cartello ti diffida dall'usare la maniglia senza utilizzare un fazzoletto di carta o un pezzo di stoffa da buttare.
Sapevo che loro temono i microbi e le malattie, ma tanta ossessione da parte di un popolo che non ha ancora afferrato l'importanza fondamentale dell'uso del bidet, mi pare un tantino eccessiva: non di sole mani siamo fatti.....
C'è poi il terrore del fumo. Sulle crociere in cui eravamo stati in precedenza, c'era il divieto di fumare nei locali comuni e nelle cabine, ma si poteva farlo sul terrazzino. Così ci eravamo portati un posacenere da viaggio e lì l'abbiamo utilizzato. Non l'avessimo mai fatto! Era proibito pure lì!! La cameriera ha fatto la spia e un gentile ed inflessibile addetto è venuto a comunicarci che se avessimo continuato, ci sarebbe stata una multa di 250 dollari. Se volevamo fumare, nel casinò c'è una zona riservata a questo. Ok, però fatemi capire: all'aperto, sul terrazzino solo nostro, no e invece nel casinò, in un quadrato confinante con la zona non fumatori dove stavano tutti, sì??? mah! Comunque un cartello col divieto, magari, ci avrebbe reso edotti sulla faccenda e avremmo evitato la reprimenda.
La lotta al fumo è sacrosanta, però perchè non preoccuparsi con lo stesso zelo anche di altri problemi? Che mi dite del dilagare delle armi tra gli studenti? Del razzismo che ha rialzato la cresta (forse mai abbassata), del consumo di stupefacenti? E dell'alcool? Anche sulla nave questi hanno sempre un bicchiere in mano e se non è pieno di bevande gassate , che non è che siano salutari, contengono vino o liquori. Noi avevamo un pacchetto che comprendeva bibite soft a piacere, ma non l'abbiamo mai usato: o bevevi coca, sprite o frozen fruit, o niente. Cocktail analcolici non ce n'erano.
E mi pare che il problema obesità non sia stato certo sconfitto. I nostri compagni di viaggio erano per lo più persone della nostra età: in questo periodo dell'anno i ragazzi sono a scuola e i giovani al lavoro. Direi che il 90% delle persone a bordo erano abbondantemente sovrappeso, ma in maniera davvero eclatante, tanto che IO mi sentivo quasi una modella.....ma scherzi a parte, un programma dietetico sarebbe molto opportuno, anche se il luogo a ciò indicato non è certo la nave, dove veramente c'è un'offerta alimentare molto invitante.
Ma scusate, quante digressioni!!!
Riprendiamo il viaggio con l'escursione del terzo giorno: Bar Harbor, Maine, Acadia National Park e Cadillac Mountain.
La giornata è piuttosto brutta, tanto che, saliti sulla Cadillac Mountain, ridiscendiamo subito, dato che è impossibile vedere qualcosa in mezzo alla nebbia fitta che ci circonda.
Il paese mi piace moltissimo: molto verde e con tantissimi negozietti invitanti. Il tempo è pochissimo, ma riesco ad arraffare per le bambine un paio di pigiamini decorati con i moose, un tipo di alce, tipici della zona.
La costa è molto suggestiva, in un tipo di granito rosa stratificato dai secoli
Anche qui si mangia aragosta, ma stavolta non è arrotolata in un panino, è ancora intera e ci danno degli schiaccianoci per romperla e toglierne la polpa. Buonissima!
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