Dopo circa un secolo, ieri io e Mianna siamo andate al cinema. Un thriller, genere che ci piace, soprattutto nei libri.
L'idea è buona:
Amy e Nick sono sposati da 5 anni e vivono nel Missouri, dove si sono trasferiti per stare vicini alla mamma di Nick, affetta da un tumore. In apparenza sono la coppia perfetta, belli, affiatati, condividono la passione per la scrittura e una bella casa, e hanno affrontato assieme le difficoltà economiche causate dalla recessione del 2009. Il giorno del quinto anniversario, però, Amy scompare nel nulla, lasciando la casa a soqquadro e tracce di sangue che, ben presto, portano Nick ad essere indagato per il suo omicidio. Tutti gli indizi sembrano portare a lui, perlomeno agli occhi della detective e della gogna mediatica che vede Nick con antipatia e riconosce in lui il ritratto del serial killer perfetto: per coprire la sua infedeltà coniugale e sbarazzarsi della moglie che si scopre essere incinta al momento della scomparsa, Nick l'avrebbe uccisa, forse con la complicità della sorella gemella Margot con cui condivide la gestione di un bar. Ma qualcosa non torna in questo omicidio apparentemente perfetto, e sarà la stessa Amy a svelare, un pezzo alla volta, tutti i tasselli del suo diabolico piano, studiato con freddezza. ( da Wiki)
Che dire? Sì l'idea era buona, ma il film, secondo noi, è troppo lungo e farraginoso. Mianna mi ha confessato che ad un certo punto si è perfino quasi addormentata...perchè in questo film la suspence manca quasi del tutto.
E in effetti ci siamo rese conto che il regista, forse, più che raccontare una storia gialla, voleva approfondire i rapporti umani, le famose maschere che ciascuno di noi indossa davanti agli altri. Voleva colpire i media, che hanno raggiunto livelli di cinismo ed invadenza inaccettabili, tanto da gestire le scelte di vita delle persone.
Concordo con l'accusa ai media che sono davvero diventati insopportabili e che evidentemente sfruttano drammi umani per fare business e sicuramente godono quando succedono cose brutte per rimestare nel fango.
Ma sulle maschere vorrei dissentire un po'. In questa storia tutto mi pare esagerato: i rapporti tra i due coniugi e i rapporti con gli altri, che sembrano quasi inesistenti, se si eccettua il legame tra i fratelli. Anche i rapporti di Amy con i genitori sono decisamente fuori dal "normale", dal mio punto di vista.
Non c'è comunicazione, ci sono pensieri dietro altri pensieri, finzioni, violenza psicologica.... Se davvero si vivesse così, sarebbe un inferno per tutti.
Perchè pare che Fincher voglia dirci che le persone di cui parla sono reali, sono comuni, quasi banali, mentre a me pare che Amy non lo sia affatto: è psicopatica e un qualsiasi marito la farebbe curare o addirittura rinchiudere, mentre Nick....ma non vado oltre nel racconto per non sciupare la sorpresa a chi andrà a vederlo.
In definitva: per noi il film è stato deludente, ci aspettavamo di trattenere il fiato fino al sospiro liberatorio finale e così non è stato.
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