Nel giardino di mio figlio c'è un bellissimo albero che, in questa stagione , dà il meglio di sè riempiendosi di piccoli frutti rossi che sembrano ciliege: è un corbezzolo.
I Romani pensavano avesse poteri magici, tuttora si dice che porti fortuna appendere in casa un ramoscello con tre frutti. Virgilio nell'Eneide ne parlava come di immancabile fiore sulla tomba dei defunti, Giovanni Pascoli compose un'ode lodando le sue caratteristiche. Alla pianta viene ora attribuito il significato della stima, mentre i suoi fiori sono il simbolo dell'ospitalità.
Gli antichi lo associavano alla dea Carna, protettrice del benessere fisico, rappresentata con un rametto di corbezzolo tra le mani con cui la dea scacciava gli spiriti maligni.
Il suo nome "arbutus unedo" deriverebbe probabilmente dal celtico. Infatti "ar" in celtico vuol dire "acerbo, astringente" mentre "unedo" è il nome che veniva usato nell'antichità che probabilmente deriverebbe dalle tre parole latine "unu tantum edo" "ne mangio uno soltanto" per indicare che non bisognava esagerare e cedere in tentazione data la gradevolezza dei suoi frutti che, se mangiati in quantità eccessiva, davano senso di nausea e stitichezza.
In italiano il corbezzolo viene normalmente chiamato anche “fragola marina”, un po’ per la forma e un po’ per la localizzazione tipica dell’area marina, o lacustre.
In molte lingue ritorna la somiglianza con le fragole, sia per quanto riguarda la lingua inglese che quella francese.
Si tratta di una pianta arbustiva sempreverde che può diventare un vero e proprio albero alto anche 10 m. I rami presentano la corteccia rossastra e le foglie sono ovali con i margini seghettati, di colore verde scuro e coriacee.
Fiorisce in autunno avanzato producendo dei fiori bianchi riuniti in grappoli dai quali si originano i frutti l'anno successivo. Infatti nella pianta sono presenti contemporaneamente i fiori dell'annata in corso con i frutti derivati dai fiori dell'anno precedente.
Forte probabilmente anche dei significati arcaici che gli venivano assegnati, il corbezzolo fu destinato a diventare il simbolo del Risorgimento Italiano:
la pianta del corbezzolo assume in autunno una caratteristica triplice colorazione: il bianco dei fiori, il rosso dei frutti ed il verde delle foglie rimandano alla bandiera italiana e perciò
il corbezzolo è diventato il simbolo del tricolore.
Una curiosità: questa pianta è coltivata lungo la passeggiata Guncina, nei pressi di Bolzano. Si racconta che sia stata proprio la principessa Sissi a volere che si piantassero corbezzoli in questa particolare area: la posizione risulta per altro ottimale poiché ampiamente soleggiata anche nella stagione invernale.
Ecco una ricetta per una marmellata un po' speciale:
Pane, burro e… marmellata di corbezzolo! La marmellata di corbezzolo è una delizia destinata ai gourmet che la sappiano apprezzare. Lavate i corbezzoli e metteteli in pentola coprendoli con acqua fredda: fateli bollire per circa 20 minuti, poi schiacciateli premendo con un cucchiaio su un colino da tè in modo da separare semi e polpa. Una volta ottenuta la polpa (circa 500 grammi), aggiungete 140 gr di zucchero di canna (che dovrebbe essere meno di un terzo rispetto al peso dei corbezzoli) e il succo di mezzo limone spremuto: fate bollire in una pentola a fuoco vivace. Ricordatevi che bastano dieci minuti di cottura! Poi non vi resta che apparecchiare la tavola e invitare gli amici per un tè con marmellata di corbezzoli
Nessun commento:
Posta un commento