Qualche giorno fa Giorgio e io stavamo facendo zapping, vagamente annoiati, quando siamo capitati su un canale di sky dove stavano trasmettendo Frankenstein junior, di Mel Brooks, con Gene Wilder, film ormai "vecchio" (1974), ma che ci ha sempre divertito parecchio. Ci siamo fermati e l'abbiamo rivisto con grande piacere, dimenticando che era l'ora di cena. Secondo me è un capolavoro! Uno di quei film le cui battute ormai, ti aspetti al momento opportuno, ma che ti strappano sempre un sorriso.
New York, anni trenta. Il giovane medico e celebre professore universitario Frederick Frankenstein è il nipote del tristemente famoso Barone Viktor von Frankenstein. Frederick ha modificato la pronuncia del proprio cognome inFrankenstin per distinguersi dal nonno, del quale rigetta le teorie mediche considerandole assurde. Al termine d'una lezione di neurologia all'università dove insegna, nella quale ribadisce l'impossibilità di ricostruire parti del sistema nervoso umano (cit. «C'è più probabilità di rianimare questo bisturi che riparare un sistema nervoso spezzato»), Frederick riceve una visita. Una volta che Herr Rosenthal ha consegnato il lascito del Barone, nonostante un forte scetticismo e il disprezzo per gli esperimenti del nonno, Frederick va in Romania, dove incontra l'imprevedibile aiutante gobbo Igor, nipote del vecchio assistente del nonno, che insiste nell'essere chiamato con la pronuncia "eye-gore" (sanguinolenza degli occhi), la procace assistente Inga e la sinistra e misteriosa Frau Blücher: quest'ultima, un tempo amante del Barone, tramite un sotterfugio, fa ritrovare a Frederick le cose del nonno. Frederick, ricredendosi sulle proprie idee, cerca a propria volta di dare vita a una creatura.
Per un errore di Igor, alla creatura viene impiantato un cervello sbagliato. La situazione sfugge al controllo di Frederick.
In seguito a varie peripezie il mostro rapisce la fidanzata di Frederick, Elizabeth, che era arrivata in Transilvania per un'inaspettata visita al fidanzato, e la possiede. Questa non se ne dispiace affatto: Elizabeth s'innamora della creatura.
Frederick, nel disperato tentativo di riavere la creatura e correggere i suoi errori, suona la magica musica dei Frankenstein, che ammalia il Mostro e lo fa tornare al castello. Proprio nel momento in cui la turba, guidata da Kemp, il poliziotto, irrompe nel laboratorio, il dottor Frankenstein scambia il suo cervello con quello della creatura. Il film ha un lieto fine, con la cessata minaccia (per gli abitanti della zona) da parte della creatura e con due felici storie d'amore: Elizabeth è sposata con il Mostro, divenuto erudito e dai gusti sofisticati, mentre Inga scopre con gioia ciò che il suo nuovo marito Frederick ha avuto in cambio dal Mostro durante la procedura di trasferimento: proprio lo Schwanzstück che aveva affascinato Elizabeth.
Il film è molto divertente: il doppiaggio indovinatissimo, con quel linguaggio italo-tedesco che non dovrebbe essere giusto, dato che l'azione si svolge in Romania, ma che è perfetto per i personaggi e la storia.
Il bianco e nero e le atmosfere anni trenta, rievocano i film d'epoca di cui questa pellicola dovrebbe essere una parodia. Mel Brooks e Gene Wilder hanno posto particolare attenzione a tutti i particolari, le location delle scene rimandano continuamente ai film più famosi su questo soggetto e le musiche servono a sottolineare il clima della scena.
Film nostalgico e comico, interpreti indimenticabili, come Marty Feldman con la sua gobba mobile e gli occhi a palla che si rivolgono allo spettatore, per invitarlo a ridere con lui e battute che sono passate alla storia ( potrebbe piovere!).
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