Poetessa, filosofa, autrice di numerosi scritti, è nota soprattutto per il suo libro La Città delle Dame, scritto in pochi mesi , tra il 1404 e il 1405, e viene indicata come la prima scrittrice europea di professione, che trae spunto dalla sua esperienza di vita e non da una tradizione religiosa o mitologica.
Per la vita e per i temi trattati nelle sue opere, in cui combatte la imperante misoginia, è spesso stata considerata un'antesignana del femminismo. Nella Città delle Dame ad esempio la protagonista esclama a un certo punto con voluta ironia: "Ahimè, mio Dio, perchè non mi hai fatta nascere maschio? Tutte le mie capacità sarebbero state al tuo servizio, non mi sbaglierei in nulla e sarei perfetta in tutto, come gli uomini dicono di essere..."
Di evidenti origini italiane, come si desume dal cognome ( Pizzano è una frazione di Monterenzio, un comune a sud est di Bologna), Christine di Pizan era nata a Venezia nel 1362 ma ancora bambina si era trasferita a Parigi, dove resterà tutta la vita. Il padre, Tommaso de Pizan, era infatti medico e astrologo di corte di re Carlo V di Francia, diventando ben presto suo consigliere personale. La piccola Christine a quattro anni venne presentata al re, le sage Roy Charles, per il quale avrà sempre buone parole.
Christine crebbe in un ambiente di corte stimolante ed intellettualmente vivace: lo stesso Carlo V, sensibile alle tematiche intellettuali, aveva fondato la Biblioteca Reale del Louvre, a cui Christine aveva libero accesso e che descriverà anni più tardi come la belle assemblée des notable livres, una biblioteca senza pari in Europa per la quantità (cosa rara prima dell'invenzione della stampa) e qualità di preziosi libri con splendide miniature.
Incoraggiata dal padre, ma osteggiata dalla più tradizionale madre, ebbe sicuramente un'educazione letteraria approfondita, per l'epoca assai rara per una donna, e compose poesie molto apprezzate a corte.
Sposò a 15 anni nel 1379 Etienne de Castel, notaio e segretario del re, con cui ebbe tre figli, una femmina e due maschi, di cui uno morì in giovane età. Un matrimonio tuttavia sereno e felice, che Christine rimpiangerà spesso nei suoi scritti. Il marito infatti morì per una epidemia nel 1390. Espresse il suo dolore in molte poesie, tra cui la più famosa è probabilemnte Seulete sui.
Sola dunque , senza nemmeno la protezione del padre, morto qualche anno prima, e del re Carlo V, morto a sua volta nel 1380, con tre figli e un'anziana madre da accudire, con la famiglia caduta in disgrazia presso il nuovo sovrano Carlo VI, detto Le Fou e completamente all'oscuro degli aspetti pratici dell'esistenza, a 25 anni Christine compie una simbolica metamorfosi e diventa un uomo, intendendo con questa metafora il passaggio ad una vita più autonoma e responsabilizzata, per i tempi prerogativa esclusiva del maschio.
Mentre era impegnata in estenuanti cause legali e in un'apprezzata attività di copista e miniaturista, compose in soli due anni Le Livre des cent ballades, che ebbe un grande successo e grazie al quale ottenne la protezione e committenze di illustri personaggi, quali il Duca Filippo di Borgogna e Giovanni, duca di Berry, entrambi fratelli del compianto Carlo V, e la regina Isabella di Baviera.
Queste protezioni le permisero di dedicarsi esclusivamente alla stesura di diversi libri e alla sua attività di poetessa e intellettuale.
Scrisse moltissimo, aiutata da una facilità di scrittura notevole: tra gli altri Le Livre de Corps de Police, in cui incoraggia i principi ad aiutare le vedove, l'autobiografico L'Avision-Christine, L'Epistre au Dieu d'Amours, in cui condanna chi, usando l'amore, inganna e diffama le donne, Le Livre de Trois Vertus, ideale continuazione di La Città delle Dame, nel quale incoraggia le donne ad essere forti e ad uscire dagli stereotipi sessuali.
Dopo il suo ultimo lavoro sulla sua contemporanea Giovanna D'Arco del 1429, all'età di 65 anni Christine de Pizan si ritirò in un convento. La data della sua morte è sconosciuta, ma dovrebbe aggirarsi intorno al 1430.
(fonte: Wikipedia)
Scritto nei mesi invernali tra il 1404 e il 1405, il Livre de la Cité des Dames è probabilmente l'opera più famosa di Christine de Pizan.
Venne scritto in risposta ai libri di Giovanni Boccaccio ( De mulieribus claris, Sulle donne famose), Jean de Meun (autore del Roman de la Rose, un testo del tredicesimo secolo che dipingeva le donne solo come seduttrici) e del filosofo Mateolo, nonchè di altri testi misogini e chiaramente avversi alla condizione femminile, intrisa, secondo loro, solo di dubbio, malinconia e intemperanza.
Christine presenta invece una società utopica e allegorica in cui la parola dama indica una donna non di sangue nobile, ma di spirito nobile. Nella città fortificata e costruita secondo le indicazioni di Ragione, Rettitudine e Giustizia, la Pizan racchiude un elevato numero di sante, eroine, poetesse , scienziate, regine , ecc. che offrono un esempio dell'enorme, creativo e indispensabile potenziale che le donne possono offrire alla società.
Ispirato chiaramente a La Città di Dio di Sant'Agostino, di agevole lettura nonostante l'evidente alto livello nozionistico e culturale, La Città delle Dame resta ancora oggi, per i temi e la passione che traspare dal testo, un libro attualissimo e affascinante.
Pensando a certe manifestazioni scomposte e spesso di cattivo gusto portate avanti da femministe urlanti in tempi recenti per rivendicare i diritti della donna, la figura di Christine de Pizan mi appare come un monumento di intelligenza e saggezza di cui l'universo femminile dovrebbe davvero andar fiero.
Molto interessante! Christine è certo una privilegiata nella società di quel tempo, poteva concedersi libertà che le altre nemmeno sognavano. Ma precorre ugualmente i tempi, perché sa imporsi in ambiti, come la letteratura, di predominio maschile. Un'osservazione: non sono meravigliosi gli azzurri lapislazzuli delle miniature? A me piacciono moltissimo.
RispondiEliminaUn'ultima cosa. Pensavo che la dama col vestito rosso della prima immagine fosse Elisabetta Tudor da giovane. Tu l'hai trovata come Christine de Pizan?
Lilia
Credo proprio che la tua osservazione sia corretta, infatti ho sostituito l'immagine. L'avevo trovata su un blog in cui si raccontava la storia di donne italiane che hanno fatto la storia, proprio abbinata alla storia di Christine: In effetti lo stile dell'abito e l'acconciatura dei capelli stridevano con le altre immagini "monastiche" di Christine, ma mi piaceva e ho pensato : vuoi vedere che Christine, audace com'è, è andata dal parrucchiere e gli ha chiesto di darle un look un po' più moderno???
Eliminamolto interessante questo articolo! non credo che Cristina fosse 1femminista.piuttosto combatteva il maschilismo,che è diverso... anche se son passati i secoli,gli uomini pensano ancora di essere superiori. son cambiate molte cose ma sotto sotto sono sempre gli stessi. lo so per esperienza,perchè vivevo con 1maschio così!!!!! la prevaricazione è lo sport preferito di chi ha più forza fisica e si pensa investito del potere di toglier i diritti umani agli altri.
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