giovedì 8 maggio 2014

In nome della rosa



Stamattina Giorgio mi ha passato un articolo di Ludovica Villa su Il Giornale, che parla dell'evento pubblicizzato  da questa locandina. Riporto qualche frase dell'articolo:
"Attributo di Afrodite, volteggia come pioggia nella nascita di Venere di Botticelli. Segno distintivo della Grande Madre precristiana, accompagna l'immagine di Maria, Madonna del roseto. A torto o a ragione regina dell'universo floreale, la sua corona vellutata ha estimatori dalla notte dei tempi: coltivata da Sumeri, Egizi, Greci e Romani sia a scopo ornamentale, sia per estrarne l'olio essenziale, di lei si parla da ormai 5000 anni."
Grandi giardini italiani, il circuito che riunisce i più bei giardini visitabili in Italia, propone un itinerario tra 35 giardini dove ammirare la fioritura delle rose tra maggio e giugno.
Chi fosse interessato a questa manifestazione può andare sul sito www.grandigiardini.it per sapere quali sono, in ciascuna regione da Bolzano a Malta, i giardini interessati all'evento e quali sono i vari incontri collaterali che si svolgeranno in ciascun luogo.
E' interessante la notizia che il roseto botanico Carla Fineschi di Cavriglia ha  inaugurato in provincia di Arezzo un vivaio che si impegna a reperire nei diversi paesi le rose che in Italia non si trovano sul mercato.
Anche io ho fatto una capatina sul sito dove ho trovato, fra l'altro, queste notizie storiche:

Già coltivate dal re babilonese Sargon (ca. 2350-2300 a.C.) e nell'antica Persia, in Egitto le rose erano oggetto di coltura estensiva (sin dal 3000 a.C.) per essere esportate a Roma, dove erano impiegate per l'estrazione di olio profumato, la confezione di ghirlande, per creare effetti speciali di petali lanciati a pioggia durante i conviti. 






Le prime descrizioni scientifiche risalgono a Teofrasto (382-287 A.C.), e successivamente a Plinio il Vecchio (ante-79 D.C.) che ne scrisse nella Historia naturalis indicando Lazio e Campania quali le aree di coltivazione italiana. Seppure la rosa fosse coltivata principalmente a scopo commerciale, è noto che a Roma, Pompei ed Ercolano, esistevano i rosaria, giardini specializzati di sole rose, che quasi certamente ospitavano ibridi di Rosa alba (nelle forme 'Maxima', 'Plena', 'Semiplena'). La Rosa alba è dunque fra le più antiche rose da giardino di cui si abbia conoscenza. 





Denominata rosa di Provenza o rosa dei farmacisti, la Rosa gallica 'officinalis' fu ufficialmente introdotta in Francia dal Medio Oriente al tempo delle Crociate (sec. XIII), dove divenne un'importante pianta medicinale e da dove si diffuse in altri paesi del vecchio e nuovo mondo. Coltivata nei monasteri per molti secoli, la Rosa gallica è fra le rose antiche colei che ha fornito il colore rosa intenso-cremisi a tutti gli ibridi da essa derivati. Di piccola taglia e molto rustica, è ancor oggi pianta di grande interesse orticolo-ornamentale. 



La Rosa  damascena costituisce un gruppo dai caratteri morfologici eterogenei, accomunato da leggera rifiorenza autunnale, da intenso profumo, e da provenienza medio-orientale. Il periodo di introduzione in Francia è riconducibile alle Crociate, e al Cinquecento per gli altri paesi europei. E' una rosa rustica, dai colori che variano dal bianco all'incarnato sino al rosso scuro, con fiori doppi e scempi. Complicata è la genia della rosa di Damasco, forse un incrocio naturale di rosa gallica con rose orientali.



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