STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI
RECENSIONE
Si va al cinema con l’idea di vedere un film ed eccone un altro, completamente inaspettato. Può accadere e a noi è accaduto con questo Storia di una ladra di libri di Brian Percival.
Dai trailers avevamo pensato ad un nuovo Schindler List, magari con roghi di libri e tanta violenza.
E invece eccoci ad un racconto delicato e poetico, vissuto negli anni terribili dal 1939 in poi, in Germania, ma visto con gli occhi azzurri di una bambina assetata di vita e di conoscenza.
Non c’è la favola metafisica con cui Benigni nella “Vita è bella” trasforma per il suo bambino l’orrore di un lager in un mondo socievole e fiabesco...e il bambino non si accorge di nulla!!!
Qui al contrario Liesel ( Sophie Nelisse, luminosa con i colori di una bambola di porcellana anni 30) e Rudy ( Nico Liersch, tenero e leale innamorato, sempre pronto a soccorrere la sua damigella con la spavalderia di un cavaliere medievale) compiono un duro percorso educativo che, iniziato di fronte al rogo di tanti libri, giunge, passando per l’eccitazione dei cori nazisti e delle gare sportive, alla consapevolezza di una realtà inaspettata e mai condivisibile.
E ogni successivo gradino di questa scala, ogni piccola luce di conoscenza li porterà alla fine a gridare nei boschi “Io odio Hitler….”
La storia, diretta con mano leggera e partecipe da Brian Percival, è semplice: una bambina, Liesel, figlia di una comunista costretta a lasciare la Germania, è adottata da una coppia di condizioni modeste…la mamma, Rose Hubermann¸ (una splendida, brontolona, amorevole Emily Watson), il padre, Hans Hubermann, (un affettuoso, comprensivo, generoso, ironico Geoffrey Rusch) accolgono la bambina dalla vita spezzata, nella loro casa calda e pulita con il piumone colorato, le finestre a cuoricino e i cuscini di pizzo.
Liesel, grazie anche all’amicizia del biondissimo Rudy, si inserisce faticosamente, ma sicuramente a scuola e nel frattempo finalmente incoraggiata da Hans impara a leggere…scoprendo tutto un mondo nuovo.
Da sempre infatti questa singolare bambina subisce il fascino dei libri, oggetti di cui appena possibile si appropria per il piacere di averne uno tra le mani.
Ma solo dopo l’arrivo di Max, il giovane ebreo sfuggito alla Notte dei Cristalli e nascosto nella cantina da Hans e Rose, la ragazzina scoprirà il fascino delle parole, scrigni di ogni bellezza e di ogni meraviglia.
Altro non si può dire se non ricordare alcuni dettagli: ad esempio la notte di Natale nella cantina, con un pupazzo di neve che lentamente si scioglie e quattro persone che cantano insieme, oppure la scena in cui Max, durante un bombardamento notturno, esce, respira e guarda il cielo pieno di stelle e di bombe mortali o ancora ammirare la sorprendente Rose che interpreta il peggio di se stessa pur di dare una buona notizia alla sua bambina.
E’ un film che si propone di insegnare il valore della pace, senza trasformare la realtà in una impossibile fiaba, ma usando l’amore per la cultura come chiave di volta per entrare in un mondo migliore, più degno di essere difeso e conservato.
Paola
il film l'ho perso, per ora, ma il libro me lo compro!
RispondiElimina