Non è necessario essere un profondo conoscitore della lingua francese per sapere che il termine bouchon significa tappo, anche perchè è assai probabile che la parola sia rimasta, più o meno tale, in qualcuno dei nostri dialetti, nelle regioni un tempo occupate dai cugini d'oltralpe.
Forse però sono in pochi a sapere - io l'ho imparato ieri - che il termine bouchon indica anche un fascio di paglia o fieno, e c'è di più, perchè nella grande città di Lione, bouchon è il nome con cui vengono chiamati i ristoranti caratteristici che si trovano nei vicoli del centro storico della città.
Come tutti sanno Lione è stata all'inizio del Novecento un grande e rinomato centro per la lavorazione della seta. In origine i bouchon preparavano il pranzo per i canut, gli operai tessili che lavoravano nei setifici, all'origine della ricchezza della città, e addirittura avevano inventato un piatto apposta per loro, la cervelle de canut, fatto di formaggio fresco con aglio ed erbette.
Poi con il tempo la clientela si era andata diversificando e così i proprietari dei bouchon presero l'abitudine di dipingere, sulle insegne poste sopra la porta d'ingresso al locale, un fascio (bouchon) di paglia o fieno per avvertire il viandante che erano in grado di rifocillare uomini e cavalli.
Nel frattempo Lione è diventata famosa anche per il suo cioccolato e i suoi maitres chocolatier e nelle vie del centro della città ci sono negozi specializzati per la vendita di ghiottonerie.
Conoscendo le mie debolezze, Fabio mi ha portato da Lione questo barattolo di cioccolato da spalmare che conterrà sicuramente un numero spropositato di calorie
e questi kit particolari per la preparazione istantanea di una tazza di cioccolata calda
La cosa più curiosa però sono questi cioccolatini
Non ho mai visitato Lione e forse non lo farò mai, ma sono contenta di aver avuto l'opportunità di conoscere qualcosa di curioso e caratteristico di ricordare.
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