giovedì 25 luglio 2013

Tante crocette nel cuore

Sia Dindi che io abbiamo raccontato tempo fa in questo blog la genesi del nostro amore per il punto croce, quando è nato, come è nato, quanto è cresciuto e, con una certa spudoratezza, cosa ha prodotto....


Con il trascorrere del tempo e al di là delle storie personali, ora è possibile anche per noi notare come, inconsapevolmente, non abbiamo fatto altro che assecondare un fenomeno di costume, un'onda gigantesca, che soprattutto negli ultimi decenni ha coinvolto milioni di donne. I nostri gusti, le nostre preferenze, le nostre scelte sono state orientate da un sentire comune, come si intuisce sfogliando le pubblicazioni di settore raccolte nel corso degli anni?




oppure l'evoluzione del gusto è nata proprio dagli stimoli suggeriti dall'esterno?
Mi sono divertita a sfogliare alcune pubblicazioni che ho raccolto nel tempo e noterete che, come nell'opera dei grandi pittori, anche nel punto croce ci sono i "periodi".
Anni '70
La semplicità dei disegni, che ricordano quelli dei quaderni della scuola elementare, e la staticità dei colori non riescono  a dare profondità alle immagini.



Anche in presenza di schemi più complessi e l'impiego di diversi colori , siamo ancora lontani dalla potenzialità espressiva del punto a croce.
Negli anni '80 incominciano ad apparire i primi schemi innovativi. I primi arrivano dagli USA :




Va' da sé che per eseguire questi ricami non basta più "copiare" le crocette direttamente dalle immagini : gli schemi sono molto complessi, richiedono maggior attenzione e soprattutto bisogna dotarsi di filati in vendita presso le mercerie in una vasta gamma di colori e sfumature.

La storia del punto croce sta cambiando come racconterò nella prossima puntata.

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