A differenza di tutti gli altri agrumi che ben conosciamo, il frutto del bergamotto non arriva sulle nostre tavole, perché il suo impiego è molto particolare.
Come dice Wikipedia, non si conosce l'esatta genesi di questo agrume, anche se il colore giallo indicherebbe una derivazione per mutazione genetica da preesistenti specie agrumarie come il limone, l'arancia amara o limetta.
Anche i botanici non si sono trovati d'accordo nella sua collocazione sistematica, alcuni classificano quest'albero come una specie a sé stante, altri invece lo considerano una sottospecie dell'arancio amaro.
Alcune leggende fanno derivare il bergamotto dalle isole Canarie, da cui sarebbe stato importato da Cristoforo Colombo, altre fonti propendono per la Cina, la Grecia,o la città di Berga in Spagna, e a tal proposito si narra la storia di un moro di Spagna che ne vendette un ramo per diciotto scudi ai signori Valentino di Reggio Calabria, i quali lo innestarono su un arancio amaro in un loro possedimento.
Leggende a parte, è probabile che il bergamotto sia autoctono della Calabria, visto che viene coltivato quasi esclusivamente in questa regione già dal XIV secolo.
La pianta è coltivata per l'estrazione della sua esclusiva essenza. La prima piantagione intensiva di alberi di bergamotto fu fatta nel 1750 lungo la costa reggina da Nicola Parisi, originariamente l'essenza veniva estratta dalla scorza per pressione manuale e fatta assorbire da spugne naturali.
Nel 1844 si documenta la prima vera industrializzazione del processo di estrazione dell'olio essenziale dalla buccia grazie a una macchina denominata macchina calabrese che garantiva una resa elevata in tempi brevi, ma anche un'essenza di ottima qualità se paragonata a quella estratta a spugna.
Il frutto è grande poco più di un'arancia e poco meno di un pompelmo, ha un colore giallo intenso, ha la pelle liscia e sottile ed è leggermente schiacciato ai poli.
Il frutto intero in genere non è messo in vendita al dettaglio, ma utilizzato solo per la trasformazione in essenza. Benché si possano ottenere delle spremute, si possa tagliare a spicchi per farne delle insalate o metterlo nel the come si fa col limone, occorre ricordare che il suo succo è molto amaro.
Il profumiere veronese Gian Paolo Feminis preparò nel Settecento la prima eau de cologne della storia grazie all'essenza particolare del bergamotto, perché l'olio essenziale che si ottiene dalla buccia del frutto, nonché dai fiori, dalle foglie e dai giovani rametti, è capace di armonizzare le altre essenze e conservarne la fragranza nel tempo.
L'olio essenziale di bergamotto è esportato in tutto il mondo in quanto elemento essenziale di tutte le acque di toilette, dei profumi, deodoranti, lozioni, prodotti antisolari, sali da bagno, saponi, ecc.
Inoltre viene impiegato anche nell'industria alimentare e dolciaria, nonché il quella farmaceutica per il suo potere antisettico e antibatterico.
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