giovedì 11 luglio 2013

E l'eco rispose







E' uscito il nuovo libro di Khaled Hosseini. Naturalmente l'ho comprato subito, dato che i primi due mi erano piaciuti molto, e me lo sono letto un po' in viaggio e un po' a casa.
Che dire? E' un bel libro, una bella storia, ma non mi è piaciuto quanto Il cacciatore di aquiloni e Mille splendidi soli. Probabilmente perché ho equivocato il risvolto di copertina. Eccolo:

Sulla strada che dal piccolo villaggio di Shadbagh porta a Kabul, viaggiano un padre e due bambini. Sono a piedi e il loro unico mezzo di trasporto è un carretto rosso, su cui Sabur, il padre, ha caricato la figlia di tre anni, Pari. Sabur ha cercato in molti modi di rimandare a casa il figlio, Abdullah, senza riuscirci. Il legame tra i due fratelli è troppo forte perché il ragazzino si lasci scoraggiare. Ha deciso che li accompagnerà a Kabul e niente potrà fargli cambiare idea, anche perché c'è qualcosa che lo turba in quel viaggio, qualcosa di non detto e di vagamente minaccioso di cui non sa darsi ragione. Ciò che avviene al loro arrivo è una lacerazione che segnerà le loro vite per sempre. Attraverso generazioni e continenti, in un percorso che ci porta da Kabul a Parigi, da San Francisco all'isola greca di Tinos, Khaled Hosseini esplora con grande profondità i molti modi in cui le persone amano, si feriscono, si tradiscono e si sacrificano l'una per l'altra. Seguendo i suoi personaggi e le ramificazioni delle loro vite e delle loro scelte, la storia si snoda in un quadro sempre più ampio e carico di emozioni da cui il lettore resta totalmente catturato. Un grande romanzo che si inserisce perfettamente nel solco già tracciato dai suoi romanzi precedenti, Il cacciatore di aquiloni e Mille splendidi soli.

Pensavo di leggere la storia di una separazione forzata e di due vite alla ricerca della riunione, invece questo romanzo parte da quel fatto tragico, ma poi racconta tante storie, tante vite di tante persone che casualmente o no si incontrano nello svolgersi delle vicende. Pensavo ad una storia ricca di tensione e invece sono tante piccole storie poco approfondite si intrecciano fino all'incontro finale dei due fratelli, quando la loro vita volge al termine. Secondo il mio modesto parere, l'autore potrebbe scrivere parecchi libri, uno per ciascun personaggio citato e approfondirne caratteri e vicende.

Ho letto un po' di recensioni e ne ho trovato una che esprime esattamente quello che penso io di questo libro:

da:http://www.qlibri.it/narrativa-straniera/romanzi/e-l'eco-rispose/ l'opinione di Ally 79

Buona la prima, buona la seconda, da rifare la terza

Sapete cosa mi sto domandando?
E’ giusto esprimere la propria opinione su un romanzo paragonandolo alla precedente produzione letteraria dello stesso autore? O ogni opera va valutata di per sè?
Perché il criterio che si sceglie di adottare cambia completamente il giudizio.
Se penso a Il cacciatore di aquiloni e in particolare a Mille splendidi soli allora E l’eco rispose è un fallimento.
E ’un libro sbagliato.
La trama è dispersiva, gli intrecci sono forzati, c’è un eccesso di personaggi nessuno dei quali è veramente approfondito, lo stile è freddo , manca quel realismo con cui la condizione afghana ci veniva precedentemente raccontata, non si riesce ad empatizzare con nulla e nessuno.
Solo in poche righe si intravede “la luce” che ha segnato le altre opere di Hosseini, tutto il resto è anche gradevole ma monotono, senza alti picchi letterari.

Ma se invece io non avessi mai letto altri suoi scritti allora potrei dirvi che non è male.
Ecco mettiamo caso fosse un' opera prima ci vedrei del potenziale.
Perché le descrizioni riescono a farti immaginare i luoghi, perché c’è una fiaba iniziale che commuove , perché non ci lascia dimenticare la storia di Kabul, perché in alcuni momenti si avverte un senso di tenerezza per alcuni dei protagonisti.

Ma il punto è: si può slegare ciò che è stato da ciò che è?
No. Sono indissolubilmente intrecciati.
Quindi mi spiace ma a uno che ha scritto delle storie straordinarie io questo romanzo non riesco a perdonarglielo.
Hai sbagliato mio amato scrittore. Tu riprovaci sul serio che noi lettori un’altra possibilità te la diamo. Ma anche altre tre.....


Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano altri che hanno letto tutte le opere di Hosseini e che erano rimasti affascinati e sconvolti dai suoi racconti. Quest'ultimo non affascina e non sconvolge.


4 commenti:

  1. io, a differenza, ne sono rimasta commossa e coinvolta, come sempre, come nei romanzi precedenti. sarà che la sua scrittura mi tocca il cuore.

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    1. Infatti sono più quelli che lo hanno apprezzato, che non gli altri. Io, invece, data la bellezza deilibri precedenti, mi aspettavo di più. Comunque rimane un ottimo scrittore.

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  2. Io lo sto leggendo nn posso ancora esprimere un giudizio totale , ma nn mi sta piacendo molto..

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    1. Io ho finito di leggerlo ieri e devo dire che mi è piaciuto molto. Mi piace come l'autore sa entrare nel cuore dei personaggi e raccontare la storia intima di ognuno, indipendentemente dalla trama del libro. Certo, a volte ho fatto fatica a individuare il fil rouge che lega i personaggi o ad adeguarmi ai ritmi della narrazione, lenta e minuziosa a tratti con improvvise accelerazioni, ma alla fine quando il cerchio si chiude, quello che prima non avevo capito mi è sembrato poco importante. Grazie di avermelo prestato.

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