sabato 4 maggio 2013

Treno di notte per Lisbona

Il tempo è incerto. Il cielo sembra promettere qualche schiarita, troppo poco però per azzardare una visita al mercatino sui Navigli e allora Dindi ed io optiamo per il cinema.
La scelta cade su "Treno di notte per Lisbona" tratto da un popolare best-seller di Pascal Mercier che nessuna di noi ha letto.




" Avete mai pensato che la vostra vita può cambiare in un istante?"
E' questo appunto che accade al grigio e solitario professore di latino Raimund Gregorius che in una mattina di pioggia si ritrova a salvare la vita di una giovane donna pronta a gettarsi da un ponte di Berna nelle acque turbinose del fiume. E questo è solo l'inizio, perchè la ragazza si allontana lasciando dietro di sè un cappotto rosso e, ciò che più conta, un libro intitolato "L'orafo delle parole", che contiene i ricordi e le riflessioni del medico portoghese, rivoluzionario e filosofo Amadeu de Almeida Prado.


Raimund è cosi affascinato dalle parole di Amadeu, che sente il bisogno impellente di incontrarlo, di comprendere quanto  pesi  la casualità nella nostra vita, nel portarci ad essere quello che siamo, e quando tra le pagine del libro spunta "per caso" il biglietto di un treno per Lisbona, non ha esitazioni, e parte lasciandosi alle spalle gli alunni, la scuola, la sua routine solitaria.
Arrivato a Lisbona apprende che Amadeu è morto ormai da  tempo, in giovane età, ma è vivo nel ricordo di coloro che lo hanno conosciuto e amato, in particolare della sorella.



Da questo momento la narrazione si svolge in un succedersi continuo di presente e passato, in cui i sopravvissuti, ciascuno in funzione del legame di parentela, di amicizia, di amore con Amadeu, rievocano episodi lontani accaduti nelle file della resistenza negli ultimi anni della dittatura fascista di Salazar. Su questo "sfondo" storico, trovano spazio nel film emozioni e sentimenti, speranze e delusioni che coinvolgono emotivamente il nostro professore. 
Ricostruito il quadro della vicenda, ci si chiede ora quanto quella scelta impulsiva e irrazionale di salire su quel treno per Lisbona inciderà nella vita del protagonista. La pellicola si chiude senza dare risposte in tal senso.
Alla fine della proiezione Dindi ed io ci domandiamo se il film ci è piaciuto e concordiamo su un nì: non abbiamo gradito certe forzature, come ad esempio la possibilità di  incontrare in tempi ristretti personaggi che dopo aver condiviso momenti importanti si sono progressivamente allontanati l'uno dall'altro; a tratti ci ha annoiato la lentezza della narrazione e forse Lisbona meritava qualche inquadratura in più. Quasi insopportabile per entrambe il finale che non dà risposte certe (la storia d'amore che potrebbe  sbocciare avrà un seguito?????). Detto questo abbiamo avvertito una misurata sintonia con il personaggio del professore e, complice l'età non più verde né per lui né per noi, la nostra mente è stata in qualche modo attraversata da una riflessione sulle nostre vite, su quello che sono state, su quello che avrebbero potuto essere.
Dopo aver visto il film, tra l'altro diretto dal regista danese Bille August di cui non conosco i precedenti artistici, ho letto alcune recensioni e mi sono resa conto di quanto possano essere discordi, a volte addirittura contrapposte, le opinioni degli spettatori, per cui non saprei proprio se consigliarne o meno la visione.


 
 
 
Jeremy Irons
 

A differenza della nostra Paola che nelle sue recensioni sa commentare con competenza sceneggiatura, fotografia e colonna sonora, io nella mia ignoranza critica mi limito a citare gli interpreti:
Il maturo e gradevole Jeremy Irons,nel ruolo del professore Raimund, il belloccio e convincente Jack Huston nella parte di Amadeu e il simpatico Bruno Ganz che interpreta Jorge, amico di Amadeu e rivale in amore.
 
 
Jack Huston
 
 
Bruno Ganz
Nei ruoli femminili troviamo invece la fugace apparizione di Béatriz Batarda, la ragazza col cappotto rosso


Béatrix Batarda
un'attempata Charlotte Rampling, sorella di Amadeu

Charlotte Rampling
una dolce Martina Gedeck, l'occasionale e preziosa guida di Raimund alla scoperta di Lisbona e del passato




Martina Gedeck

e infine l'affascinante interprete del personaggio di Estefania, la rivoluzionaria contesa tra Amadeu e Jorge, Mélanie Laurent

Mélanie Laurent

e per finire una riflessione di Raimund:
"Lasciamo sempre qualcosa di noi quando ce ne andiamo da un posto. Rimaniamo lì anche una volta andati via. E ci sono cose di noi che possiamo ritrovare solo tornando in quei luoghi..."
 

 

1 commento:

  1. certamente un film molto più gradevole di quello che ieri sono andata a vedere, con Lina....per la prima volta siamo uscite dopo 20 minuti di proiezione....Grazie Mianna della tua bella recensione....

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