lunedì 8 aprile 2013

Benvenuto presidente



Per filo e per segno:  Recensione 




Benvenuto Presidente    

Ogni tanto ci tocca…e così si va a vedere anche quello che non si sceglierebbe mai.
“Benvenuto Presidente”, comunque, è  un piccolo capolavoro mancato.  Intrigante, se non nuova, (di pochissimi mesi fa  è “Candidato a sorpresa “ di Jay Roach)  l’idea di base: Giuseppe Garibaldi, pescatore di trote e bibliotecario, eletto Presidente della Repubblica per sberleffo o per escamotage politico, si trova catapultato nelle splendide sale presidenziali (no, non del Quirinale, ma di palazzo Carignano a Torino)  perdendosi  tra i meandri del protocollo.. 





Uomo buono e idealista , che coniuga in se stesso onestà e astuta semplicità, diventa subito, proprio per queste sue qualità, l’idolo del popolo.
Questo è, in breve, il racconto del film, piacevole in molti passaggi   (alcune scene  da ricordare come quella  della pizza alla marijuana offerta alla delegazione straniera con il coro inneggiante a Che Guevara o la tavola con i quattro Capi dei poteri forti..), che  mette in evidenza la nostra classe politica proprio come è, senza nessuna possibilità di redenzione.
Intrigante, dunque, anche se attraversato da una certa saputaggine puntuta, specialmente in certe frasi  moralistiche e , dunque, scontate.
Nelle intenzioni  più satira che ironia, ma una certa  superficialità fracassona ne impedisce la piena realizzazione.




Eppure Bisio è travolgente, elegante e disinvolto tanto nel ruolo di Peppino pescatore,  quanto in quello di prima carica dello Stato.
Accanto a lui c’è una schiera dei migliori attori televisivi sulla piazza.
Da Cesare Bocci, elegante e fascinoso, alla deliziosa, ma un po’ monocorde,  Kasja Smutniak (Janice, segretaria generale del Quirinale,     tutta protocollo, 






dall’antipatico Omero Antonutti a Beppe Fiorello (che finalmente può tratteggiare un personaggio originale senza mettersi nei panni di qualcun altro), da Giovanni Cavina (che può essere tanto uno spietato killer quanto un dolcissimo marito) a Remo Girone, con quella sua faccia segnata dall’esperienza.



E infine la  sempre splendida Piera degli Esposti, mamma hyppie della rigida Janice. Tutti nomi che dicono quale miniera  di talenti sia la TV.
Lo stesso regista Riccardo Milani ha molto ed efficacemente lavorato per la TV e  di lui ricordiamo ottime produzioni quali “Cefalonia”, “Assunta Spina” ed altre di buon valore.
Purtroppo la parte centrale del film, con inutili scene di sesso pecoreccio e violento nella camera da letto presidenziale con tanto di tricolore, appare assolutamente slegata dal contesto e lontanissima dalla cifra stilistica di Milani. E meraviglia che il regista abbia tanto insistito su di esse ( con ampie visioni di lato B di Bisio e Smutniak) .......peccato.
 Insomma un tentativo di satira in buona fede e, lo ripetiamo concludendo, una occasione perduta di confezionare un prodotto  genuinamente amaro, ma piacevole  come il cioccolato fondente al 70%.                                          
paola                                            



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