Per filo e per segno: Recensione
Benvenuto
Presidente
Ogni tanto ci tocca…e così si va a vedere anche
quello che non si sceglierebbe mai.
“Benvenuto Presidente”, comunque, è un piccolo capolavoro mancato. Intrigante, se non nuova, (di pochissimi mesi
fa è “Candidato a sorpresa “ di Jay
Roach) l’idea di base: Giuseppe
Garibaldi, pescatore di trote e bibliotecario, eletto Presidente della
Repubblica per sberleffo o per escamotage politico, si trova catapultato nelle
splendide sale presidenziali (no, non del Quirinale, ma di palazzo Carignano a
Torino) perdendosi tra i meandri del protocollo..
Uomo buono e idealista , che coniuga in se
stesso onestà e astuta semplicità, diventa subito, proprio per queste sue
qualità, l’idolo del popolo.
Questo è, in breve, il racconto del film,
piacevole in molti passaggi (alcune
scene da ricordare come quella della pizza alla marijuana offerta alla
delegazione straniera con il coro inneggiante a Che Guevara o la tavola con i
quattro Capi dei poteri forti..), che mette in evidenza la nostra classe politica
proprio come è, senza nessuna possibilità di redenzione.
Intrigante, dunque, anche se attraversato da una
certa saputaggine puntuta, specialmente in certe frasi moralistiche e , dunque, scontate.
Nelle intenzioni
più satira che ironia, ma una certa
superficialità fracassona ne impedisce la piena realizzazione.
Eppure Bisio è travolgente, elegante e disinvolto
tanto nel ruolo di Peppino pescatore, quanto in quello di prima carica dello Stato.
Accanto a lui c’è una schiera dei migliori
attori televisivi sulla piazza.
Da Cesare Bocci, elegante e fascinoso, alla
deliziosa, ma un po’ monocorde, Kasja Smutniak
(Janice, segretaria generale del Quirinale, tutta
protocollo,
dall’antipatico Omero Antonutti a Beppe Fiorello (che finalmente
può tratteggiare un personaggio originale senza mettersi nei panni di qualcun
altro), da Giovanni Cavina (che può essere tanto uno spietato killer quanto un
dolcissimo marito) a Remo Girone, con quella sua faccia segnata dall’esperienza.
E infine la
sempre splendida Piera degli Esposti, mamma hyppie della rigida Janice. Tutti
nomi che dicono quale miniera di talenti
sia la TV.
Lo stesso regista Riccardo Milani ha molto ed
efficacemente lavorato per la TV e di lui
ricordiamo ottime produzioni quali “Cefalonia”,
“Assunta Spina” ed altre di buon valore.
Purtroppo la parte centrale del film, con inutili
scene di sesso pecoreccio e violento nella camera da letto presidenziale con
tanto di tricolore, appare assolutamente slegata dal contesto e lontanissima
dalla cifra stilistica di Milani. E meraviglia che il regista abbia tanto
insistito su di esse ( con ampie visioni di lato B di Bisio e Smutniak) .......peccato.
Insomma
un tentativo di satira in buona fede e, lo ripetiamo concludendo, una occasione
perduta di confezionare un prodotto
genuinamente amaro, ma piacevole come il cioccolato fondente al 70%.
paola
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