Diego Valeri, nato a Piove di Sacco (Padova) nel 1887 è morto nel 1976. Insegnò letteratura francese all'Università di Padova.
scrisse poesie; tradusse opere di poeti che fece conoscere anche attraverso saggi critici.
Le poesie di Diego Valeri rivelano ricchezza di sentimenti affettuosi e una contenuta malinconia.
scrisse poesie; tradusse opere di poeti che fece conoscere anche attraverso saggi critici.
Le poesie di Diego Valeri rivelano ricchezza di sentimenti affettuosi e una contenuta malinconia.
Venezia
C'è una città di questo mondo,
ma così bella, ma così strana,
che pare un gioco di fata morgana
e una visione del cuore profondo.
Avviluppata in un roseo velo,
sta con le sue chiese, palazzi, giardini, .
tutta sospesa tra due turchini,
quello del mare, quello del cielo.
Così mutevole! A vederla
nella mattina di sole bianco
splende d'un riso pallido e stanco,
d'un chiuso lume, come la perla:
ma nei tramonti rossi affocati
è un'arca d'oro, ardente, raggiante,
nave immensa, veleggiante
a lontani lidi incantati.
Quando la luna alta inargenta
torri snelle e cupole piene,
e serpeggia per cento vene
l'acqua cupa e sonnolenta,
non si può dire quel ch'ella sia,
tanto è nuova mirabile cosa:
isola dolce, misteriosa,
regno infinito di fantasia...
Cosa di sogno vaga e leggera;
eppure porta mill'anni di storia,
e si corona della gloria
d'una grande vita guerriera.
Cuor di leonessa, viso che ammalia,
o tu, Venezia, due volte sovrana:
pianta di forte virtù romana,
fiore di tutta la grazia d'Italia.
C'è una città di questo mondo,
ma così bella, ma così strana,
che pare un gioco di fata morgana
e una visione del cuore profondo.
Avviluppata in un roseo velo,
sta con le sue chiese, palazzi, giardini, .
tutta sospesa tra due turchini,
quello del mare, quello del cielo.
Così mutevole! A vederla
nella mattina di sole bianco
splende d'un riso pallido e stanco,
d'un chiuso lume, come la perla:
ma nei tramonti rossi affocati
è un'arca d'oro, ardente, raggiante,
nave immensa, veleggiante
a lontani lidi incantati.
Quando la luna alta inargenta
torri snelle e cupole piene,
e serpeggia per cento vene
l'acqua cupa e sonnolenta,
non si può dire quel ch'ella sia,
tanto è nuova mirabile cosa:
isola dolce, misteriosa,
regno infinito di fantasia...
Cosa di sogno vaga e leggera;
eppure porta mill'anni di storia,
e si corona della gloria
d'una grande vita guerriera.
Cuor di leonessa, viso che ammalia,
o tu, Venezia, due volte sovrana:
pianta di forte virtù romana,
fiore di tutta la grazia d'Italia.
Per tutto il pomeriggio della festa
la ragazza ha cucito alla finestra.
Ma adesso che comincia ad annottare
c'è da cavarsi gli occhi ad agucchiare,
e lei chiude il cestino dei lavori
e si leva e si affaccia a guardar fuori.
Sotto i lampioni grandi come lune
passa la gente e pare un cupo fiume.
Dalla campagna giungono folate
d'erba fresca e di timo profumate.
La ragazza ha un gran peso sovra il cuore;
le brucian gli occhi e la testa le duole...
Nel cielo pallidissimo s'affisa
( il vento adesso sa d'erba luisa );
poi s'apre un po' la blusa sovra il petto,
e porge all'aria il collo di mughetto.
la ragazza ha cucito alla finestra.
Ma adesso che comincia ad annottare
c'è da cavarsi gli occhi ad agucchiare,
e lei chiude il cestino dei lavori
e si leva e si affaccia a guardar fuori.
Sotto i lampioni grandi come lune
passa la gente e pare un cupo fiume.
Dalla campagna giungono folate
d'erba fresca e di timo profumate.
La ragazza ha un gran peso sovra il cuore;
le brucian gli occhi e la testa le duole...
Nel cielo pallidissimo s'affisa
( il vento adesso sa d'erba luisa );
poi s'apre un po' la blusa sovra il petto,
e porge all'aria il collo di mughetto.
Solitudine dura e cara,
compagna dei miei tardi giorni,
alla mensa d’erba amara,
al torbo vino dei ricordi,
soli siamo, tu ed io.
Pur non è triste il nostro stato:
una dolcezza lenta di oblío
già impolvera e copre il passato.
E fuori ride un cielo,
splende il prato di tenere erbe.
Ancora sui rami del futuro
la speranza ha fior del verde.
Bellissime Dindi,piene di sentimento.
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