Sono diverse le scuole che cercano di dare un significato a questa pianta: una corrente di pensiero vuole che il nome del genere "Aquilegia" derivi dal latino "aquilegus" vale a dire "aquam lego" cioè "raccolgo l'acqua per la forma dei petali ad imbuto atta a accogliere l'acqua" o "aquilĕgus = che tira acqua"
Un'altra scuola di pensiero vuole invece che il nome derivi dal fatto che i fiori con i loro petali dai caratteristici speroni ricordino il becco o gli artigli di un'aquila e da qui il nome aquilegia; altri invece gli danno un significato di follia per il fatto che il fiore con la sua forma alquanto bizzarra ricordava il cappello di un giullare.
Un'altra corrente di pensiero vuole che i fiori ricordino delle colombe, da qui il nome columbine che viene comunemente attribuito all'aquilegia dai popoli di lingua inglese.
A questo proposito è interessante osservare il dipinto di Bernardino Luini "Madonna del roseto" conservato all'Accademia di Brera (Milano, Italia) dove è rappresentato il bambino che tiene tra le mani il gambo di una aquilegia cresciuta in un vaso di marmo bianco a forma di uovo. Secondo Mirella Levi D'Ancona, grande critica d'arte e studiosa della simbologia delle piante nella pittura italiana del Rinascimento, questa pianta nel dipinto rappresenterebbe lo Spirito Santo (perchè spesso viene rappresentato da una colomba).
Altri nel Medioevo gli attribuivano un significato di tristezza e gelosia. A questo proposito è interessante osservare al museo del Louvre di Parigi (Francia) il quadro "Ritratto di Principessa" (foto al lato) attribuito al Pisanello (1435 - 1449) dove lo sfondo è ricco di farfalle, garofani e aquilegia. Oggi si è quasi certi che la donna rappresentata sia Ginevra D'Este che fu data in sposa giovanissima a Sigismondo Malatesta, signore di Rimini (Italia) e che morì molto giovane si pensa perchè avvelenata dal marito invaghitosi di un'altra donna. L'aquilegia in questo quadro è stata forse disegnata per indicare la profonda tristezza e malinconia che appare nel volto della fanciulla.
La pianta è anche presente nell'"Adorazione dei Magi" (1476-1478) di Hugo Van der Goes che si trova Galleria degli Uffizi a Firenze (Italia) dove è raffigurato un vaso che contiene un mazzo di aquilegia.
Si è discusso molto sul significato che l'aquilegia possa avere in questo dipinto che rappresenta il momento della nascita del Cristo quindi un momento di grande gioia. Diversi studiosi pensano che questa pianta sia stato messa come monito per preannunciare la futura morte del Cristo e la sua sofferenza, per ritornare al suo significato di tristezza ed amarezza.
Un'altra corrente di pensiero, vuole dare a questo fiore un significato di "amor perfetto" vale a dire del fiore del perfetto amore e questo forse grazie a Leonardo da Vinci che nel suo "Bacco" (1510 -1515, conservato al Museo del Louvre di Parigi - Francia) sotto il piede sinistro dipinge un ramo di aquilegia che rappresenterebbe il simbolo dell’unione tra la natura umana e quella divina quindi una unione intesa sia in senso divino che materiale.
Così come il dio pagano Bacco è rappresentato come un personaggio androgino (con evidenti tratti sia maschili che femminili) la pianta di aquilegia del quadro serve ancora di più a rofforzare l'unione cosmica ma anche fisica, tra il maschio e la femmina; l'amore perfetto appunto e per questo questa pianta viene anche chiamata amor perfetto e le si attribuisce un significato androgino.
Qualunque sia l'interpretazione che si voglia dare al termine aquilegia, il suo significato nel linguaggio dei fiori è quello del capriccio, dell'egoismo e dell'esibizionismo, per altri significa abbandono
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