sabato 26 gennaio 2013

Quando la radio...

Il post di Dindi mi ha fatto tornare in mente le note di una vecchissima canzone di Rabagliati che parlava di due innamorati che usavano la radio come una specie di codice segreto per scambiare messaggi d'amore all'insaputa dei rispettivi genitori. Più o meno il ritornello faceva così:

" Quando la radio trasmette da Torino
vuol dir stasera ti aspetto al Valentino.
ma se ad un tratto si cambia di programma
questo vuol dire -Attento c'è la mamma!
Radio Bologna vuol dire il cuor ti sogna
Radio Milano ti penso da lontano
Radio Sanremo stasera forse ci vedremo
e radio Igea vuol dir lontan da te mi sento morir"

Non so perchè questa canzoncina mi sia rimasta in mente, forse era particolarmente orecchiabile, più probabilmente perchè ciò che la radio trasmetteva allora era un'esperienza molto più coinvolgente di quanto lo sia ora.
Senza il supporto delle immagini, l'ascolto era più attento e a volte capitava di stare seduti tutti quanti intorno alla radio,come se guardando l'apparecchio, si sentissero meglio i suoni che emetteva.
A proposito di apparecchi radio, ricordo in particolare la presenza inquietante dell'occhio magico, quella lucina rotonda di colore verde che vibrava continuamente e mi ricordava il mito di Polifemo!
Le radio di allora erano spesso ingombranti e mal si adattavano all'arredamento della casa, ma oggi sono diventate oggetto di collezionismo. Ve le ricordate ?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Viste così, mi sembrano francamente una più brutta dell'altra, eppure hanno rappresentato per molti di noi un'importante finestra sul mondo.
 
 
 
 
 
 
 

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