mercoledì 3 ottobre 2012

the words


La nostra cinefila Paola ci manda la solita recensione:


                              THE WORDS
Lo hanno definito un film matrioska… perchè dentro una storia ce n’è un’altra e dentro questa un’altra ancora e poi ancora….in un gioco di interpretazioni e suggestioni che ci ha coinvolto, con un dialogo ricco e raffinato e con  interpretazioni di ottimo livello: Jeremy Irons tra tutti.
Non è facile  raccontare la trama per la sua complessità e per gli intarsi narrativi che la compongono e poi  sarà bene non rivelare il finale…
Quindi  si inizia con uno scrittore di grande successo Clay Hammond, (Dennis Quaid che, nonostante i vistosi ritocchi e stiramenti, qui torna ad essere se stesso ) che dà lettura a un folto ed entusiasta pubblico di alcune pagine del suo ultimo romanzo.
Inizia la lettura : i protagonisti  Rory Jensen ( il bravo e emotivo Bradley Cooper) giovane scrittore alla ricerca del successo e  sua moglie Dora (Zoe Saldana:  sempre bella e convincente ) prendono volto e anima davanti allo spettatore.
Rory è in piena crisi creativa quando trova, del tutto casualmente, dentro una vecchia cartella acquistata a Parigi  in un negozio di antiquariato, un manoscritto che parla di una appassionata storia d’amore tra un soldato americano  anche lui scrittore (Ben Barnes) e una dolce ragazza francese (Nora Arnezeder), vissuta durante la seconda guerra mondiale.


Storia bella e triste al cui svolgimento anche noi assistiamo.
Rory , leggendo,si innamora del racconto al punto di trascriverlo completamente e proporlo come proprio.
Il successo è assicurato e tutto procede bene… se non che appare all’improvviso un Vecchio (Jeremy Irons) il quale raggiunto Rory, gli dice con  prove certe di essere lui l’autore del manoscritto perduto da sua moglie, molti anni prima e mai più ritrovato.
Come abbiamo detto non anticipiamo assolutamente la conclusione , ma questo bel film, privo di effetti speciali , basato solo sulla presenza di libri,  parole e esseri umani nella loro complessa personalità  ha la capacità di coinvolgere lo spettatore, facendo si che  si ponga delle domande anche se spesso si naviga a vista nella comprensione delle situazioni.
Lo stesso intreccio di storie e di personaggi, incasellati uno nell’altro, più che  matrioska sembra un gioco sottile  di scatole cinesi, dalle quali potrebbe uscire qualsiasi sorpresa.
Così il volpone Clay Hammond… è forse uno dei tre scrittori che scrive una propria  personale esperienza??? Io dico di no, Lina sostiene che è il giovane Rory invecchiato, Giulia che è lo  stesso scrittore??? si discute mentre si torna a casa.
Ma certo si deve notare che i registi Brain Klugman e Lee Sternthal hanno realizzato un bel film: dicono che la gestazione è stata di quasi 10 anni mentre la realizzazione è durata solo 24 giorni… e si nota l’attenzione per i vari passaggi e i vari incastri, che trasformano l’opera in un thriller psicologico, di raro valore











Questa volta la serata non è andata persa….anzi….
                                                   Paola




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