Il personaggio Vittorio Sgarbi non è tra quelli che mi ispirano una grande simpatia. Devo riconoscere, però, che di arte ne sa parecchio e che è molto in gamba nello spiegarla ai profani.
Quindi, visto che la simpatia non è necessaria ( e magari se lui conoscesse me, mi odierebbe), e che io MAI sarei in grado di cogliere le sfumature che il critico sa vedere,voglio copiare qui parte di una sua recensione riportata su Il giornale, su quest'opera meravigliosa:
.....non c'è nessun dubbio che essa rappresenti un'assoluta novità. Con una leggerezza e un'armonia di forme, senza precedenti....la perfezione raggiunta apparve subito irripetibilmente insuperabile ed inimitabile....
Le fonti di Michelangelo sono sculture largamente diffuse in Italia, di provenienza tedesca, gruppi di pietra o di legno denominati"vesperbild" perchè legati alle celebrazioni del Venerdì santo: lo schema è identico, con la Vergine vestita e il Cristo morto, nudo, in braccio.
Ma quella spigolosa nitidezza si trasforma in Michelangelo in una dolcezza senza fine, un'umanissima meditazione della giovane donna sul figlio morto.
Non si può escludere che Michelangelo, oltre alla iconografia dei vesperbild, avesse meditato, quando fu a Bologna nel 1494, anche sui compianti in terracotta emiliana, in particolare su quello di Niccolò dell'Arca di Santa Maria della Vita.
Ma di queste fonti d'ispirazione ideali e remote, nulla resta nell'elaborazione di Michelangelo, che inventa un'immagine viva e nuova nel rapporto fra il corpo abbandonato del Cristo senza vita, con le gambe e il braccio inerti, e quello ampio e avviluppato negli abiti della madre che lo osserva, dolente ed incredula.
Ma è qui l'intuizione di Michelangelo, che ci mostra una madre più giovane dello stesso figlio, trasformando la Pietà, in una maternità.
La Vergine continua ad essere quella che teneva in braccio il bambino, anche nel momento estremo della morte.
Madre e senza tempo.
Piena di grazia, ma con disperata dolcezza, la madre contempla il figlio che da lei nacque e a lei ritorna.
La tragedia si stempera nella morbidezza delle forme, nelle infinite pieghe delle vesti. Più nulla della rigidezza delle nordiche Pietà e, soltanto, nel volto sfinito della Vergine, irrimediabile amore......
Niente da aggiungere, mi pare, per comprendere l'opera.
La Piedad es una de las más hermosas esculturas que nos dejara el renacimiento. Gracias por compartir.
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