giovedì 31 ottobre 2013

Un mondo di zucche

Così ci racconta sinteticamente Wikipedia:





Con il termine zucca vengono identificati i frutti di diverse piante appartenenti alla famiglia delle Cucurbitaceae, in particolare di alcune specie del genere Cucurbita, ma anche specie appartenenti ad altri generi come ad esempio la Lagenaria vulgaris o zucca ornamentale.





La zucca è comunemente usata nella cucina di diverse culture: oltre alla polpa di zucca, se ne mangiano anche i semi, opportunamente salati.




La zucca è un ortaggio che si presta a mille ricette: si consuma cucinata al forno, al vapore, nel risotto o nelle minestre ;fritta nella pastella .



Dai semi si ottiene un olio rossiccio usato in cosmesi e cucina tradizionale.

La zucca è stata importata in Europa dall'America dai coloni spagnoli.

Nei paesi anglosassoni la zucca è utilizzata per la costruzione della Jack-o'-lantern,  caratteristica lanterna rudimentale usata durante la festa di Halloween per scacciare streghe e fantasmi. 


 



Da noi le "zucche vuote" sono altra cosa e purtroppo non sembrano adatte ad un impiego di qualche utilità.....

A parte i deliziosi fiori fritti nella pastella e i ravioli col ripieno di zucca di tradizione mantovana che Giorgio prepara di solito in questo periodo, non ho particolare familiarità con questo ortaggio, né sono propensa ad includere nel mio bagaglio personale di tradizioni i
riti un po' bizzarri legati a Halloween.
 
Tuttavia trovo che la zucca sia un elemento di grande impatto decorativo e , vuoi per i suoi colori a volte brillanti, vuoi per le sue forme paciose, è capace di mettere allegria e illuminare gli ambienti.
 
Per rendere l'idea che forse non sono stata capace di esprimere pienamente, rimando alle immagini che seguono:
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



















 


 
 
 
 































Happy Halloween

Trovato qui:

http://ww2.raccontidifata.com/2011/10/happy-halloween.html

e copiato per i nostri seguaci







Chi di voi non ha mai sentito parlare della notte di Halloween? Si tratta di una celebrazione molto radicata nella cultura americana ed in quella anglo-sassone in generale, ma da diversi anni a questa parte pure l'Italia ha accolto - a modo suo - questa preziosa occasione per dar libero sfogo alle più macabre e divertenti fantasie.

Per certi versi, potremmo assimilare Halloween al nostro Carnevale, seppure orientato decisamente verso l'aspetto più oscuro, soprannaturale, della realtà. Ed è proprio per questo che i giovani e giovanissimi adorano tale festività, la quale offre tra l'altro un'ottima occasione per sfogare e trasformare in gioco tutte le paure più o meno coscienti che ribollono nelle profondità della mente.





Il termine Halloween deriva dal fatto che il 31 di ottobre è la vigilia di Ognissanti, ovvero il giorno in cui la tradizione cristiana celebra tutti i santi, in blocco, nessuno escluso. Questa data, il 1° novembre, è denominata in inglese All Hallows' Day.
A questo punto occorre tenere presente che presso i popoli antichi (e pure per gli ebrei di oggi) il giorno non incomincia allo scoccare della mezzanotte, bensì qualche ora prima, al tramonto.
Ecco perchè, per esempio, si attribuisce tanta importanza alla vigilia di Natale: il 24 dicembre, infatti, non è solo il giorno prima, ma costituisce senza soluzione di continuità la prima parte del Natale stesso.
Ora, per analogia, la vigilia di Ognissanti è denominata All Hallow' Eve (dove "eve" sta per "vigilia"), ma anche All Hallows' Even (che costituisce il concetto di "vigilia" con quello di "sera"); è facile immaginare come quest'ultima definizione si sia contratta in Hallows' Even, e da lì ad Halloween il passo è stato breve.




Le origini di questa festa risalgono all'epoca in cui le isole britanniche erano dominate dalla cultura celtica, prima che l'Europa cadesse sotto il dominio di Roma. L'anno nuovo, allora, cominciava con il 1° novembre, quando i lavori nei campi erano completamente conclusi, il raccolto era al sicuro, ed i contadini potevano finalmente rilassarsi e godersi i doni che gli dei avevano loro concesso. In tale data, quindi, tutte le divinità pagane venivano ricordate ed evocate a titolo di ringraziamento ed auspicio per l'anno entrante; le porte delle dimensioni ultraterrene erano considerate aperte, per quella notte, e tutti gli spiriti erano liberi di vagare sulla terra e di divertirsi insieme agli uomini.






L'aspetto di festa gioiosa, comunque, non dispiacque alla Chiesa, che in un certo qual modo si impadronì della ricorrenza per celebrare tutti i santi del cristianesimo: ecco allora nascere il nostro giorno di Ognissanti (che non a caso, ricordiamo, precede immediatamente il Giorno dei Morti, tanto per ribadire l'inscendibile legame che collega la dimensione terrena con quella ultraterrena, sia essa la sfera celeste o molto più genericamente l'aldilà). Da allora, l'antica Halloween è divenuta sinonimo di notte stregata, popolata da tutti gli spiriti maligni che la fantasia potesse immaginare.

I SIMBOLI DI HALLOWEEN






Dolcetto o scherzetto: “trick or treats?” è la frase che gridano i bimbi mascherati bussando alle porte delle abitazioni la notte di Halloween. Per placare l’animo dei fantasmi e sedare le loro ire, i celti solevano lasciare doni davanti alla porta di casa la notte di Halloween; da questa usanza deriva il tour dei bimbi del “dolcetto o scherzetto?”

Streghe: tanti racconti sono stati scritti sulle streghe. Di certo esistono….se non altro, nel mondo della fantasia! Alcune sono buone, altre cattive. Le troviamo in tante fiabe e racconti. Il loro aspetto è pittoresco, spesso trasandato; portano un cappello bizzarro a punta e viaggiano sulla scopa magica con cui volano nei cieli. Sono creature schive, solitarie ma amano molto la compagnia dei gatti neri. Nella realtà nel Medioevo venivano additate come streghe quelle donne che conoscevano le erbe e le loro proprietà guaritrici, giacchè nessuno poteva competere con la medicina tradizionale, tanto più una donna.

Scopa: è lo strumento per eccellenza della strega. Visto come simbolo di malefici e stregonerie. E’ rigorosamente di legno con la parte terminale in saggina.
Zucca: è un ortaggio dal sapore dolce e dai colori vivaci. Sono utilizzate, una volta svuotato il contenuto e intagliati occhi, naso e bocca, come lanterne, all’interno delle quali mettere un lumino che le faccia apparire come teste animate.



Gatti neri: si pensava nel medioevo che fossero creature demoniache. Tuttora la superstizione suggerisce che portino sfortuna. Si tratta invece di animali molto eleganti. Il gatto nero era il migliore amico della strega. Nelle favole e leggende popolari lo si associa a una creatura capace di trasformarsi in una creatura dispettosa dalle sembianze umane.
Vampiri: sono creature notturne, si nutrono di sangue, odiano il sole al cospetto del quale fuggono poichè non riescono a tollerarne la luce. Di giorno dormono in bare. Amano i cimiteri. La loro carnagione è chiarissima e i loro canini affilatissimi!

Teschio: è il simbolo di morte per eccellenza e dunque come poteva mancare la notte di Halloween?

Ragni: sono creature molto utilizzate dalle streghe per preparare le porzioni. Sono neri e le loro ragnatele sono molto trendy, un mix di fascino per via della perfezione della tessitura e repulsione che suscita in molti alla loro vista!

Pipistrelli: in quanto animali notturni, scuri e dalle forme non proprio eleganti, sono simboli di questa festa.Inoltre i vampiri si possono trasformare in pipistrelli per spostamenti veloci.
 
Maschere: ci si maschera ad Halloween perchè la tradizione diceva che così gli spiriti che uscivano dalle loro tombe la notte di Tuttisanti, si sarebbero spaventati e avrebbero lasciato in pace la popolazione.

Luna: è adorata dalle streghe in quanto simbolo della notte. Al chiarore di luna piena le streghe si riuniscono e compiono grandi incantesimi ed iniziazioni.


Fantasmi: sono gli spiriti dei morti che tornano nel mondo dei vivi la notte di Halloween per spaventare, fare scherzi o vendicarsi.

mercoledì 30 ottobre 2013

Filosofia

L'ho trovata su facebook e mi è piaciuta molto, quindi ve la voglio proporre:

Un professore stava davanti alla sua classe di filosofia e aveva davanti a lui alcuni oggetti. Quando la lezione cominciò, senza dire una parola, prese un grosso barattolo di maionese vuoto e lo iniziò a riempire di palline da golf. Quindi egli chiese agli studenti se il barattolo fosse pieno. Essi hanno convenuto che lo era.

Allora il professore prese una scatola di sassolini, e li versò nel vaso.
 Lo scosse leggermente. I ciottoli rotolarono negli spazi vuoti tra le palle da golf. Chiese di nuovo agli studenti se il barattolo fosse pieno. Essi dissero che lo era.

Il professore prese una scatola di sabbia e la versò dentro il vasetto. Naturalmente, la sabbia si sparse ovunque all'interno. Chiese ancora una volta se il barattolo fosse pieno. Gli studenti risposero con un unanime 'si'. '


Il professore estrasse quindi due birre da sotto il tavolo e versò l'intero contenuto nel barattolo, effettivamente si riempirono gli spazi vuoti. Gli studenti iniziarono a ridere ..

'Ora', disse il professore non appena svanirono le risate 'Voglio che vi rendiate conto che questo barattolo rappresenta la vita. Le palle da golf sono le cose importanti - la vostra famiglia, i vostri figli, la vostra salute, i vostri amici e le vostre passioni preferite - e se tutto il resto andasse perduto e solo queste rimanessero, la vostra vita sarebbe ancora piena.
 I sassolini sono le altre cose che contano, come il lavoro, la casa, la macchina..
 La sabbia è tutto il resto - le piccole cose.

'Se mettete la sabbia nel barattolo per prima,' ha continuato, 'non c'è spazio per i sassolini e per le palline da golf. Lo stesso vale per la vita.

Se utilizziamo tutto il nostro tempo ed energia per le piccole cose, non avremo mai spazio per le cose che sono importanti per noi.

Fai attenzione alle cose che sono cruciali per la tua felicità.

Trascorrere del tempo con i tuoi bambini. Trascorrere del tempo con i tuoi genitori. Visitare i nonni. Prendere il vostro coniuge a portarlo a cena fuori. Ci sarà sempre tempo per pulire la casa e falciare il prato.

Prenditi cura delle palle da golf prima - le cose che veramente contano. Stabilisci le tue priorità. Il resto è solo sabbia.

Uno degli studenti alzò la mano e chiese cosa rappresentasse la birra. Il professore sorrise e disse: 'Sono contento chetu l' abbia chiesto.' Le birre dimostrano che non importa quanto piena possa sembrare la vostra vita, c'è sempre spazio per un paio di birre con un amico.



Probabilmente non c'era bisogno che questo lo dicesse un professore, perchè mi sembra  semplice buonsenso, ma....è meglio se ogni tanto qualcuno ci ricorda le cose basilari perchè, dandole per scontate, ce le dimentichiamo o non ci rendiamo conto della loro effettiva importanza.

martedì 29 ottobre 2013

I Glasgow boys

Il nome potrebbe sembrare quello di una band e invece no. I Glasgow Boys sono un gruppo di giovani pittori scozzesi che si misero in luce e acquistarono fama, sia in patria sia all'estero, nelle ultime due decadi del XIX secolo.
Nel centro di Glasgow c'è una strada che si chiama Bath Street; qualcuno dice che il suo nome derivi dai bagni pubblici aperti nel 1707, altri preferiscono collegarlo a un miracolo compiuto da San Mungo che nel VI secolo fece scaturire dalla roccia l'acqua con cui battezzare i pagani.
Comunque sia, Bath Street è la via su cui si affacciava lo studio del pittore William York Macgregor, il primo dei favolosi Glasgow Boys. Siamo nel 1877 e William ha solo 22 anni e ha incominciato a disegnare da quando era ancora bambino. Frequenta lo studio un altro giovane pittore, James Paterson ;suo fratello Alexander, che studia architettura a Parigi ed è anche un ottimo acquarellista scrive loro degli incontri con Cezanne e Pissarro e dell'aria nuova che si respira negli ambienti artistici francesi.

Seguendo le tendenze degli sviluppi delle correnti artistiche  parigine, tra il 1870 e 1890 , questi artisti cercano di liberare la loro arte dai rigidi canoni della tradizione vittoriana fatta di romantici paesaggi e ritratti di personaggi storici ingessati, per esplorare la realtà vera e gli effetti che la luce produce sulle scene e i personaggi che fissano sulla tela.

Tra gli esponenti più significativi di questo movimento artistico, oltre a quelli già citati ricordiamo Saint Andrews e Stonehaven, James Guthrie, Edward Arthur Walton, Joseph  Crawhall e Arthur Melville, John Lavery e Charles Rennie Mackintosh.

Ecco alcune delle opere dei Glasgow Boys.